Non passa lo straniero!

Il paventato trasferimento di 90 profughi a Sacco di Rovereto solleva dibattiti e polemiche. Una lettera dei decani della Vallagarina invita all’accoglienza e alla solidarietà

Nel 2014 oltre 348.000 persone in tutto il mondo hanno attraversato il mare in cerca di asilo o di migliori opportunità. Il 2014 è stato anche l'anno che ha contato più morti nel Mediterraneo: più di 3000 uomini, donne e bambini vi hanno perso la vita. Con il conflitto in Siria e il propagarsi della violenza in Medio Oriente e nell'Africa subsahariana, difficilmente il numero di coloro che cercano riparo in Europa, scappando dalle guerre e persecuzioni, è destinato a diminuire. In vista della Giornata internazionale dei migranti (18 dicembre), da Ginevra (Svizzera) l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha messo in guardia la comunità internazionale sul rischio di distogliere l’attenzione dall’impegno nel salvare vite umane. “La priorità di alcuni governi sembra essere sempre di più quella di tenere lontani gli stranieri piuttosto che di garantire il diritto di asilo”, ha affermato l’Alto Commissario per i Rifugiati, António Guterres. “Questo è un errore, è la reazione sbagliata in un'epoca in cui il numero di persone in fuga dalle guerre ha raggiunto livelli record”.

La gestione dei flussi migratori verso l'Europa durante il semestre europeo italiano è al centro dei lavori della conferenza internazionale in corso a Roma (17-18 dicembre) nell’ambito delle iniziative della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, per arrivare a definire una comune politica migratoria europea.

In Trentino, è bastato paventare il trasferimento di 90 (novanta) profughi dal campo della protezione civile di Marco al centro Cral (Manifattura) di Sacco di Rovereto, progetto poi tramontato “per difficoltà burocratiche”, ha fatto sapere la Provincia di Trento, per scatenare vibrate proteste in una parte della popolazione. Di fronte all’accendersi di dibattiti e polemiche, i decani della Vallagarina (Ala, Mori, Rovereto, Villa Lagarina) e i coordinatori delle Caritas decanali hanno deciso di inviare alle comunità cristiane una lettera, che è stata letta nelle chiese domenica 14 dicembre, Giornata diocesana della carità.

“Dal momento che siamo stati interessati al problema come risorsa in grado di favorire l'integrazione – spiega il decano di Rovereto, don Sergio Nicolli – abbiamo ritenuto importante precisare la nostra posizione, dopo aver espresso il nostro parere nella direzione di uno smistamento dei profughi in più comunità della Vallagarina”.

“Comprendiamo la fatica e le preoccupazioni dei pubblici Amministratori che oggi devono assumere a vari livelli delle responsabilità” di fronte a un’emergenza che “ci pone come cristiani davanti alla responsabilità di prenderci cura dei fratelli”, si legge nella lettera. E si annuncia l’intenzione di “attivare nelle comunità dei quattro decanati tutte le risorse possibili perché i profughi si sentano rispettati nella loro dignità, ascoltati nel loro legittimo desiderio di riscatto e di libertà che li ha spinti ad affrontare gli enormi rischi del viaggio, e perché avvertano attorno a sé fiducia, accoglienza e affetto”. Le comunità cristiane, si rileva, “potranno accompagnare questi fratelli in tanti modi: nella positività delle relazioni, in qualche esperienza di contatto più diretto con le famiglie, nell’incontro di scambio interculturale tra i giovani…”. Con l’auspicio conclusivo che questa vicenda “possa divenire un’occasione di crescita delle nostre comunità nella direzione dell’accoglienza e della solidarietà”: “Che non avvenga che, mentre ci illudiamo di accogliere Gesù fatto Bambino nel presepio di Betlemme, ci rifiutiamo di accogliere il Signore che con il volto dei profughi bussa alle porte del nostro cuore e delle nostre case!”.

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