Quei 15 mali e il nuovo anno

Trento città, per la prima volta nella sua storia, segna lo stop in fatto di nascite e quindi di crescita demografica. “Senza i bambini? Sembreremmo una parrocchia abortista” ha dichiarato recentemente Papa Francesco durante la visita ad una comunità della periferia romana. La considerazione riguarda anche la collettività civile. Ma è un fenomeno che riguarda l'Italia intera che invecchia sempre più manifestando una rugosità precoce che sta abbruttendo il suo tradizionale profilo di Paese giovane, goliardico, propositivo.

La gazzarra sin dentro il Parlamento di chi dovrebbe rappresentare uno stile nuovo nell'impegno politico non fa che sovrapporsi alle gravi emergenze determinate dagli scandali per operazioni (non solo nella capitale) di dubbia legalità e trasparenza, come le inchieste giudiziarie stanno dimostrando.

Ai margini della cronaca quello che colpisce, accanto ed oltre i molteplici aspetti riferiti dai media, è soprattutto l'oltraggio inferto a persone tra le più fragili e indifese, come i profughi e gli “scarti” della società, ridotte e marce di scambio per una contrattazione ammantata di politica che altro non è che uno sporco baratto, tali da provocare disgusto, indignazione e richiesta di giustizia veloce.

Sono questioni alle quali si è riferito anche il vescovo Luigi Bressan nell'omelia di Capodanno in Cattedrale. Il 2015 si presenta ricco di messaggi – ha dichiarato – primo fra tutti quello che emerge dalla festa, l'1 gennaio, di Maria Madre di Dio e Madre Nostra, che richiama all'essere tutti una “famiglia”. E poi la Giornata mondiale della Pace che mette in luce una “fraternità” che domanda “rispetto e collaborazione per ogni uomo, anche di fronte a una società che è in rapida evoluzione e sempre più complessa: dissensi tra le età e gruppi sociali, diversità di culture e religioni, sfide economiche e finanziarie”.

Il vescovo fra le novità che attendono la comunità civile nell'anno appena iniziato, ha citato le prospettate dimissioni del presidente della Repubblica Napolitano e l'elezione del sostituto, l'Expo 2015 di Milano, l'anno internazionale Onu per la Luce e le energie alternative e i piani di sviluppo annunciati dalla Ue.

In campo ecclesiale ha ricordato il Sinodo sulla famiglia che vivrà la sua seconda importante fase, il Convegno di Firenze, le giornate diocesane sinodali sulle Unità pastorali e l'anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Per la realtà trentina non va però dimenticato, né sottovalutato l'appuntamento delle elezioni comunali di maggio, oggetto di una lettera a tutti i candidati della Pastorale sociale della diocesi mentre tiene banco il dibattito politico sui temi dell'Autonomia, della sanità, dell'università e degli altri centri di ricerca. La crisi ha mosso le acque in tutte le direzioni alla ricerca di risposte nel campo dello sviluppo e degli investimenti, dell'occupazione, della famiglia e dei giovani.

Il Trentino nella sua globalità deve opporsi e contrastare ogni segno di debolezza che favorisca la disgregazione sociale accrescendo la distanza tra ricchi e poveri, alimentando l'ingiustizia sociale e corrodendo le stesse basi della democrazia. A farne le spese sono soprattutto le famiglie, i giovani, ma anche i ragazzi e i bambini. I dati parlano chiaro: in Italia il 10% della popolazione più ricca guadagna 10 volte di più del 10% della popolazione più povera (Studio Ocse). Il 40% più povero della popolazione ha perso la maggior parte del reddito. Sono in forte crescita, inoltre i minori in stato di povertà. Politiche redistributive si prospettano come necessarie sia per garantire una giustizia sociale, sia per accelerare lo sviluppo. Alla “Marcia della pace” del 31 dicembre a Vicenza, presenti tra gli altri i neopresidenti di Pax Christi e della Caritas nazionale, mons. Giovanni Ricchiuti e Luigi Bressan, è stato ribadito il messaggio del Papa “Non più schiavi, ma fratelli” (vedi VT. n.50/2014) che parla di liberazione nel segno della pace e di educazione alla pace. Essa passano attraverso uno stile di vita, una scelta di atteggiamenti e di riconoscimento dell'altro – come ha sottolineato Ricchiuti – comportamenti dei singoli e delle comunità, anche all'interno della Chiesa. L'ennesima lezione in questa direzione è venuta ancora da Papa Francesco, nel suo discorso alla Curia vaticana, dove ha elencato ben 15 mali che la colpiscono, come possono colpire tutti i credenti: la doppia vita, il sentirsi immortali, il considerarsi indispensabili, l'eccessiva operatività, l'impietrimento interiore, l'esagerata pianificazione,, il cattivo coordinamento, l'Alzheimer spirituale, la rivalità e la vanagloria.

Una risultante concreta di una trattativa nel segno della pace è la ripresa dei rapporti diplomatici tra Cuba e Usa, grazie alla mediazione di Francesco.

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