“Si è commosso con noi al canto della Promessa scout”

Anche gli adulti scout del Masci regionale all'incontro per il 60° di fondazione del Movimento: “una grazia”

Era il primo incontro di Papa Francesco con una realtà scout italiana. In verità, alla route nazionale di agosto dell'Agesci dove lo attendevano 30 mila rover e scolte, Papa Francesco aveva rivolto una telefonata all'ora dell'Angelus, ma per gli adulti del Masci ha voluto riservare un'udienza speciale. Complice l'anniversario dei 60 anni di fondazione (celebrati in una tre-giorni a Sacrofano, vicino a Roma) e la mediazione del suo portavoce padre Federico Lombardi (assistente Masci per lunghi), Papa Francesco si è lasciato mettere il fazzolettone al collo ed ha offerto un discorso evidentemente rivolto a tutti gli scout.

L'invito a “fare strada” è stata la traccia del discorso in un aula Nervi gremita di 7 mila persone, in cui ha rimarcato “la dimensione ecclesiale” di quest'appartenenza. Nella famiglia, dove “anche i figli hanno un compito educativo verso i genitori, l'aiuto reciproco nella fede e nel bene”, sottolinea il Papa; nel creato, in un impegno ecologico “come fate voi”, “per eliminare gli sprechi di una società che tende sempre più a scartare beni ancora utilizzabili”; nella città, infine, offrendo ai fratelli “la vera bussola”, “un cuore orientato con il senso di Dio”.

Ben rappresentati i 126 iscritti del Trentino Alto Adige accompagnati anche da rappresentanti dell'Agesci regionale, che hanno partecipato ai tipici bans di accoglienza al Papa fino al commovente e solenne “canto della Promessa”.

“Papa Francesco – riflette il segretario regionale Paolo Carraro – non solo ci ha esortato a fare strada, camminanti, non erranti, e non quieti”, ma ci ha anche indicato il cammino futuro incoraggiandoci ad affrontare i tre temi: fare strada nella famiglia, nel creato, nella città, pilastri dell'educazione permanente”.

A distanza di qualche settimana le impressioni degli adulti scout del Masci, impegnati durante l’anno in attività di autoformazione e di servizio, hanno raccolto nel loro periodico “gazzetta scout”, ben curato da Remo Liberi, le loro impressioni: “All’arrivo del Papa – scrive Elda Bottura Groff della comunità San Vigilio di Trento – tutti a sventolare i nostri fazzolettoni e delle striscioline gialle e blu, e poi a gridare e cantare: è stata un’emozione molto forte. E’ passato proprio vicino a noi e sono riuscita a toccargli la mano. Abbiamo cantato la canzone della Promessa e pure Papa Francesco era visibilmente commosso. L’assistenza nazionale gli ha regalato il fazzolettone. Penso proprio che nella mia vita resterà impressa la figura del Santo Padre e di quel momento molto intenso”.

Un'altra voce, un altro ricordo: “Quando nella sala Nervi – commenta Franca Viser – il Papa è passato in mezzo a noi, io ero vicina alla transenna e l'ho potuto vedere benissimo. Un grande…anche se lo pensavo fisicamente un po' più alto”.

Per Giovanni Sosi, della comunità Santo Stefano di Mori, è stata “una grazia” l'incontro col Papa: “Ci ha ricondotto ai nostri cardini – famiglia, creato e città – piste lungo le quali decliniamo il metodo della strada in modo adulto”.

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