I prof del “da Vinci” vedono “contraddizioni irrisolte”

Dopo un esame approfondito in una seduta straordinaria, il collegio docenti del liceo “Da Vinci” di Trento ha votato quasi all'unanimità (solo 1 voto contrario su 91)un documento sul Piano Trentino Trilingue, che segnala qualche aspetto positivo (l’obiettivo di garantire agli studenti le condizioni per una padronanza di buon livello della conoscenza e dell’uso di una lingua straniera comunitaria”), ma ravvisa anche “alcune contraddizioni irrisolte”.

In particolare appare incongruente “puntare ad un insegnamento in modalità CLIL nel quinto anno, in assenza di un attendibile monitoraggio sugli esiti di esperienze precedenti e senza riconoscere l’esigenza di assicurare una piena comprensione della complessità delle discipline facenti parte del curricolo liceale”.

Di qui la richiesta di un ripensamento, di un passo indietro: “in questa fase di transizione e con riguardo alla situazione nelle classi quinta della scuola seconda superiore” (quest’inciso è sottolineato) “il Dipartimento della Conoscenza verifichi l’opportunità (per non dire la necessità) di assegnare agli organi collegiali della scuola il compito di individuare le soluzioni migliori per promuovere una sicura padronanza nell’uso di una lingua straniera facente parte del curricolo, perseguendo l’obiettivo di una certificazione di livello B2 attraverso percorsi attendibili diversificati che possono prevedere, a seconda delle condizioni appartenenti a ciascuna scuola, l’insegnamento in modalità CLIL con docenti interni o con insegnanti di madrelingua oppure un itinerario potenziato, con aggiornamento di contenuti e metodologia, nell’insegnamento della lingua straniera individuata ai fini del conseguimento della certificazione attesa”.

Insomma, un ripensamento, un passo indietro nel segno della gradualità, tenendo conto che per il momento la modalità Clil è scollegata rispetto all'Esame di Stato e che l'implementazione di esperienze Clil nel solo quinto anno difficilmente potranno garantire l'obiettivo del progetto”.

Il progetto della Giunta provinciale, in generale, secondo i docenti del liceo trentino “non è esente da una dose di astrattezza” e propone un iter per la formazione dei docenti abilitati per insegnare in modalità CLIL che “avrebbe bisogno di un aggiornamento delle condizioni contrattuali vigenti per evitare i rischi presenti in una partecipazione per ora essenzialmente affidata alla disponibilità del singolo docente o alla buona volontà degli organi collegiali”

C'è infine la questione spagnolo che preoccupa perchè la recente delibera assunta il 3 novembre (“un colpo di mano”, la definiscono) di fatto elimina anzitempo dall' offerta formativa del “Da Vinci” l'insegnamento dello spagnolo “senza tenere conto dell’apprezzamento dato dai nostri iscritti per tale opportunità, intaccando quella minima autonomia appartenente alle singole istituzioni scolastiche per caratterizzare le proprie scelte, senza venir meno alle prescrizioni normative”. Si chiede quindi la revisione di questo provvedimento così da mantenere nell’anno scolastico 2015-16 del Liceo “L. da Vinci” l’insegnamento della lingua spagnola. Si propone infine come “intervento di sistema” che l'assessorato competente preveda di “negoziare condizioni favorevoli con agenzie accreditate alla certificazioni linguistiche per contenerne i costi (non sempre alla portata di tutti gli studenti in grado di sostenere tali certificazioni).

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