Trilingue, avanti!

Parla Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento Conoscenza: “Vogliamo garantire l'immersione linguistica (Clil) in modo omogeneo su tutti i territori e nelle scuole di ogni ordine e grado”

«Sono entrambi mondi interessantissimi, dove si può fare molta innovazione». Da un anno è passata dal welfare alla scuola. Livia Ferrario, spalla fedelissima di Ugo Rossi (ieri assessore, oggi governatore) dal 30 dicembre 2013 è Dirigente Generale del Dipartimento della Conoscenza. Con una mission prioritaria: il trilinguismo diffuso nella scuola trentina, a partire dall'assunzione di nuovi insegnanti con due bandi, approvati lunedì scorso dalla Giunta, per complessivi 160 posti: 100 alla primaria (50 d'inglese, 50 di tedesco), 60 nella scuola dell'infanzia.

Dott.ssa Ferrario, concretamente quale idea di scuola avete in testa?

Il progetto si pone l’obiettivo di portare i nostri ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado ad essere competenti nelle due lingue principali che riteniamo siano le più utili agli scambi con i territori confinanti e per essere cittadini europei e del mondo. Si fonda sulla convinzione che il bambino debba essere esposto alle lingue fin dalla più tenera infanzia e via via possa aumentare le proprie competenze.

Si tratta, nei fatti, di estendere il cosiddetto Clil (insegnamento integrato di contenuto e lingua) detto anche “immersione linguistica” che prevede di veicolare alcune materie in lingua straniera?

Il trenta-quaranta per cento delle nostre scuole sono già sperimentatrici di Clil, con situazioni di punta come le “Sanzio” a Trento. L'obiettivo è garantire questo tipo di accesso in modo omogeneo su tutti i territori e in ogni ordine e grado.

Sarà vincolante od opzionale?

Nessuna opzione. Entra nell’ordine di studio il fatto che vi sia un insegnamento veicolare in lingua straniera. Nel concreto, ad esempio, prevediamo almeno quattro ore nella scuola d'infanzia, almeno tre ore nelle prime tre classi delle primarie che diventano cinque in quarta e quinta, tre ore nelle medie inferiori… Sono numeri che raggiungeremo solo quando saremo a regime, entro cinque anni. Partiamo quest'anno con la sperimentazione negli asili nido.

Sulla scelta delle materie?

Dipenderà dalla scuola e dalla disponibilità degli insegnanti. In avvio valorizzeremo le competenze presenti per arrivare poi a dare delle priorità. Ma l'attenzione alle materie sarà cruciale soprattutto alle superiori perché possono essere le chiavi per la fase successiva degli studi. Dipenderà anche dalla capacità di far sistema tra insegnanti Clil e curricolari.

Ci sono delle perplessità che, tradotte in soldoni, evidenziano ad esempio il rischio che i ragazzi sappiano più di inglese, ma meno di geografia se essa viene insegnata in inglese. Analisi infondata?

L'esposizione alle lingue consente maggiore plasticità e capacità di interazione. Far acquisire competenze linguistiche significa dare ai ragazzi maggiori possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. Chiaro che tutta questa partita dovrà essere impostata con una valutazione delle ricadute e questa è anche la parte più difficile, dove è normale registrare le maggiori resistenze. Quella delle ricadute è una preoccupazione che il Presidente ha evidenziato sempre e che fa parte anche del protocollo sottoscritto di recente con la ministra Giannini. Non mancano gli strumenti di verifica a partire dai test Invalsi.

Quali competenze linguistiche sono richieste agli insegnanti?

Nei bandi approvati dalla Giunta per la prima volta si parla di competenze linguistiche. Non sarà ancora elemento di selezione all'entrata. In genere comunque si parte da una competenza a livello di un B1.

Per i docenti già in servizio che non padroneggiano una lingua straniera, avete previsto un aggiornamento obbligatorio?

C'è stata una importante destinazione di risorse europee per la formazione. Parte un piano straordinario di corsi e soggiorni all'estero per far acquisire competenze.

Senza lasciare indietro nessuno, ma anche con una chiara valutazione sul merito?

Credo che ragazzi e genitori lo meritino.

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