Giudicarie, presto un sistema di piste ciclopedonali

Un tratto della nuova pista ciclabile che collega Sarche a Ponte Arche, nelle Giudicarie
Le prospettive di completamento della rete di piste ciclopedonali delle Giudicarie diventano sempre più concrete, sia termini di progettualità sia di risorse. Dopo il previsto passaggio nell’Assemblea della Comunità, forte anche del via libera della Conferenza dei Sindaci, è arrivata pochi giorni fa anche la delibera di approvazione, da parte della Giunta provinciale, dell’accordo di programma siglato tra quest’ultima, la Comunità delle Giudicarie e i BIM del Sarca e del Chiese, per la realizzazione in forma integrata della rete sul questo vasto territorio.

In un futuro, che ci si augura non troppo lontano, sarà dunque possibile fruire nelle Giudicarie – prime in ambito provinciale – di un vero e proprio sistema territoriale di mobilità alternativa. Con undici milioni circa di nuove risorse, poco più di 7 messi a bilancio dalla Comunità delle Giudicarie e 4 stanziati dai BIM del Chiese e del Sarca, verranno gradualmente raccordati i tratti di ciclopedonali sin qui esistenti, in funzione della realizzazione di un affascinante ma anche praticabile tracciato all’interno del territorio giudicariese, con ricadute benefiche sulla qualità della vita, sul lavoro e sull’offerta turistica.

Riferendosi alla recente approvazione del progetto, la presidente della Comunità, Patrizia Ballardini, ha sottolineato tra l’altro che “se da un lato si propone di ampliare e arricchire l’offerta per gli amanti delle due ruote, dall’altro si mettono in collegamento con una rete diffusa i nostri paesi, senza dimenticare le opportunità di lavoro che si verranno a costituire”. L’assessore competente della Comunità, Gianpaolo Vaia, spiega che l’idea conduttrice del progetto è quella di creare una rete funzionale in due direzioni. “Dovrà collegare le Giudicarie sia al loro interno lungo le aste principali, sia verso l’esterno per accedere al sistema delle piste provinciali”, spiega l’assessore.

A lavori terminati, prosegue Vaia, questa rete “potrà incentivare la mobilità alternativa dei residenti, sia nel tempo libero sia per limitati spostamenti lavorativi”. A proposito di tempi e risorse che per la loro precarietà connotano spesso negativamente questa congiuntura economica, Gianpaolo Vaia assicura che per quanto riguarda la tempistica il complesso progetto verrà affidato ad una agile “organo di consultazione” che definirà una sorta di cronoprogramma delle priorità in materia per il prossimo triennio. Precisando inoltre come le risorse messe a bilancio “siano ragionevolmente disponibili in quanto derivanti quasi esclusivamente dai cosiddetti ‘canoni ambientali’, con un vincolo di destinazione e di impiego”.

Tre sono le direttrici lungo le quali ci si propone di realizzare le ciclopedonali di raccordo all’interno della rete sin qui costruita. L’intervento certamente più impegnativo è quello che dovrà collegare Ponte Arche a Ragoli, attraversando la stretta di ponte Pià. La soluzione prescelta è quella di allestire un nuovo tracciato a fianco della statale del Caffaro, sino alla diga della Hydro Dolomiti ENEL: da qui, attraverso un ponte leggero vengono recuperati i vecchi tracciati della statale dismessi alcuni decenni orsono, cui seguirà un nuovo tratto sino al raccordo di Ragoli con la ciclabile esistente verso Tione e la Rendena.

Il secondo percorso in programma è quello che dovrà connettere la Busa di Tione alla Valle del Chiese. Da località Sesena, attraversando il basso Arnò, il nuovo percorso salirà sino a Bolbeno e da qui in poi verranno utilizzati e ripristinati vecchi “relitti” stradali e la esistente strada forestale, sino a Bondo: dal paese parte l’attuale pista del Chiese per il tratto sino a Lardaro.

Il percorso successivo di quattro chilometri circa verrà realizzato direttamente dalla Provincia nel contesto della costruzione della circonvallazione di Pieve di Bono, in fase di avvio nei prossimi mesi, e si raccorderà a Cologna nella Pieve con la funzionale ed interessante pista che accompagna i ciclisti sino a Baitoni di Bondone, sulle rive del lago d’Idro.

L’ultima, fondamentale connessione inserita nel piano della Comunità ma in diretta gestione della Provincia, la quale non fornisce assicurazioni sui tempi al riguardo, è il tratto compreso tra il ponte dei Servi e la nuovissima pista del Limarò che unirà, ove completata, le Giudicarie alle future direttrici per Trento e l’Alto Garda.

Le direttrici che richiedono impegni finanziari e lavorativi di grande rilievo verranno realizzate, osserva in conclusione l’assessore Vaia, “attraverso piccoli lotti per consentire da subito la progressiva realizzazione di tratti strategici di raccordo tali da innestare una virtuosa sequenza di tappe successive verso il sistema di mobilità alternativa che vogliamo”.

Un progetto, quello della rete ciclabile giudicariese, che l’assessore provinciale alle infrastrutture Gilmozzi ha definito “lungimirante”. L’auspicio è che le talvolta discutibili ragioni dell’austerità non pongano ostacoli alla sua realizzazione.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina