Tfr in busta paga, occhio al fisco

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Previdenza sociale.

A partire dal 1° marzo 2015 i lavoratori dipendenti del settore privato potranno chiedere al proprio datore di lavoro l’anticipazione del Tfr – una somma equivalente al 6,91% della retribuzione –  direttamente nella propria busta paga e la scelta sarà irrevocabile fino a giugno 2018.

L’emendamento inserito nella Legge di stabilità dal governo intende rilanciare i consumi.  Per i vertici di Pensplan, il  progetto regionale per la previdenza complementare si tratterebbe di una soluzione che mette a rischio il futuro pensionistico dei cittadini.  A conti fatti da un punto di vista fiscale la misura  risulta  più oneroso e meno vantaggiosa rispetto alla possibilità di lasciare il Tfr in azienda e, ancora di più, rispetto alla sua destinazione a una forma di previdenza complementare. L’assessora regionale alla previdenza Violetta Plotegher  invita i cittadini ad una scelta consapevole nell’utilizzare le loro risorse”.  Per poter scegliere i cittadini  devono essere correttamente informati per questo a breve sarà avviata una campagna di informazione sul trattamento di fine rapporto, in un contesto socio-economico che si avvia verso forme di welfare integrato.  Ai nostri microfoni l’assessora Plotegher indica i possibili effetti negativi  del provvedimento. (Ascolta audio qui sotto)
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