A Rovereto il primo centro per l’autismo di tutto il Trentino

La nuova struttura di Lizzana
Un centro per l’autismo dedicato ai ragazzi e agli adulti. A Rovereto, sabato 7 febbraio, verrà inaugurata la prima struttura in Trentino in grado di rispondere in modo specifico ai bisogni delle persone con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie.

Un edificio di di tre piani in via delle Porte Rosse a Lizzana, tra il cimitero e la Marangoni, gestito dalla cooperativa “Il Ponte”, con all’interno diversi spazi dedicati ad attività diurne, occupazionali e psico-educative. Compresa una palestra per muoversi, una sala giochi e una zona relax, utile per socializzare: la relazione e la regolazione delle emozioni rappresentano infatti due tematiche su cui il centro punta moltissimo.

La struttura nasce da un piano di sviluppo che dal 2009 ha voluto investire sulla cooperativa, dandole la possibilità di sperimentare nuovi servizi da offrire alle famiglie di chi, ogni giorno, deve fare i conti con una malattia che colpisce sempre di più la popolazione. Anche se, stando ai dati 2014 del Centre for Disease Control, l’organismo di controllo del governo statunitense che si occupa di monitorare le malattie, i casi di autismo sono in aumento perché di fatto oggi si hanno a disposizione più mezzi per diagnosticarli.

“Ci occupiamo di autismo dagli anni ’90 e nel corso del tempo abbiamo avuto diverse collaborazioni che ci hanno portato a migliorare sempre di più”, spiega Filippo Simeoni, direttore della cooperativa Il Ponte. “In particolare con il laboratorio di osservazione e diagnostica funzionale del dipartimento di psicologia e scienze cognitive di Trento (OdfLab) e il lavoro della professoressa Paola Venuti, grazie al quale oggi il nostro centro può garantire degli ottimi servizi”.

All’interno della struttura, nata dall’unione di intenti tra istituzioni, famiglie e università, si forniscono tre tipi di servizi: da una parte vi è la possibilità di frequentare un laboratorio specializzato nel far sperimentare ai ragazzi alcune attività occupazionali, dall’altra vengono portati avanti anche servizi diurni ed educativi, oltre ad essere garantita anche assistenza scolastica per chi ne necessita.

“C’era bisogno di un luogo in cui ci si concentrasse sugli adulti”, conclude Simeoni. “Sembra sempre che i bambini autistici non crescano mai, ma anche loro diventano grandi. Attraverso le varie attività proposte, anche se non si può parlare di miglioramenti perché di autismo non si guarisce, riusciamo comunque a rafforzare la qualità di vita di queste persone e delle loro famiglie”.

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