La crisi di chi educa

Amore, speranza, libertà: per “Educare in tempo di crisi” occorre ripartire da queste tre dimensioni fondamentali, scivolate anch'esse in una crisi profonda che è sociale e valoriale prima che economica.

Anche quest'anno il Collegio Arcivescovile cala il suo tris d'assi sul tema dell'educazione proponendo alla cittadinanza tre serate di approfondimento. L'iniziativa, maturata alcuni anni fa come nell'ambito della comunità educante dell'istituto come momento di formazione interno, ha assunto in seguito un'apertura a tutta la popolazione visti i temi trasversali di interesse pubblico e l'alta qualità della proposta.

Dopo il ciclo dello scorso anno su paternità, maternità e figliolanza, spiega il docente Paolo Fedrigotti (curatore del ciclo di incontri insieme alla professoressa Giuseppina Coali, con il prezioso aiuto di altri due insegnanti, Fabrizio Micheletti e p. Elie Massaad), “quest'anno riflettiamo sul tema dell'educazione in rapporto alla crisi: nelle tre serate si affronterà il problema dell'educazione di fronte alla crisi delle tre dimensioni fondamentali a livello esistenziale che sono l'amore, la speranza e la libertà”. “Il paradosso è che solo riprendendo la vita rispetto a queste tre dimensioni si può superare la crisi”, prosegue Fedrigotti: un atto necessario perché certo non si può educare senza amore, senza speranza, senza libertà.

Se c'è una ragione della crisi, essa non può essere imputata ai giovani ma è legata al mondo dell'adulto che è il primo a non saper più vivere quelle tre dimensioni. “L'idea di fondo – spiega ancora Paolo Fedrigotti – è che la ragione profonda della crisi è nella crisi della ragione. Quindi tornare a ragionare su questi argomenti non può che essere un contributo alla rinascita, al suo superamento”.

Nei tre incontri in calendario venerdì 6, 20 e 27 febbraio, saliranno sul palco dell'aula magna di via Endrici tre relatori di spicco del dibattito culturale italiano, che cercheranno di sviscerare e approfondire questi tre argomenti a partire dalla loro vicenda biografica, dalla loro professione e dalla loro sensibilità.

Testimoni dunque, più che relatori, pronti a dialogare con il pubblico da tre diverse prospettive. Apre il ciclo Giovanni Fighera, professore di liceo, scrittore e giornalista, sul tema dell'amore. Il difficile compito di parlare di educazione nel tempo della crisi della speranza tocca a Giorgia Petrini, imprenditrice con una particolare storia di “conversione” da un modello di industria rampante ad una revisione esistenziale che l'ha portata, grazie anche alla scoperta della sua fede, ad essere guidata nel suo lavoro da logiche molto diverse. Chiude il ciclo il sacerdote p. Gonzalo Miranda, filosofo di fama mondiale, che imposterà la questione della crisi della libertà a partire dal suo retroterra filosofico.

Come l'anno scorso, una classe dell'Arcivescovile svolge un ruolo da protagonista nello svolgersi dell'iniziativa: i ragazzi della 4^ classe affiancano infatti i professori nell'organizzazione di diversi aspetti, dalla logistica dell'evento alle presentazioni delle serate, dalla la preparazione delle domande da porre ai tre ospiti fino alla stesura degli articoli di sintesi che verranno ospitati sulle pagine di Vita Trentina.

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