Un’ora che conta

Una scelta non rituale al momento delle iscrizioni al nuovo anno scolastico

Col 16 febbraio scade il termine per le iscrizioni al prossimo anno scolastico: per il primo anno delle superiori (con la novità delle iscrizioni online) la scelta è particolarmente importante, ma per tutti c'è un opzione che merita forse un'attenzione non rituale: l'Insegnamento della religione cattolica (in sigla IRC). Infatti, se negli ultimi anni il dibattito ideologico si è opportunamente stemperato (in altri Stati non è così, come in Lussemburgo, dove è stata abolita), la cosiddetta “ora di religione” andrebbe considerata come un'opportunità non scontata, dalle motivazioni non superficiali. Tanto più che il tessuto sociale e culturale si presenta sempre più multiforme (basti dire che in Trentino gli alunni stranieri sono ormai il 13% alle primarie e l'11% alle secondarie di primo grado) e la stessa organizzazione ministeriale vorrebbe puntare al rinnovamento (si pensi all'operazione “labuonascuola”).

Ormai chi sceglie l’IRC (in Trentino l’84,49%, il dato nazionale è dell’88,5%) ) non lo fa certo per “dirsi cattolico” o in virtù di qualche condizionamento, ma perchè si attende chiarezza sui contenuti della religione cattolica, una chiave di lettura fondamentale per la realtà in cui viviamo, anche per i non credenti. Non con un’impostazione confessionale (lo ribadisce bene l’intervista qui sotto ad un’insegnante), ma con un’apertura al confronto anche con altre fedi: è la convinzione espressa nell’efficace locandina (“scegliere l’ora di religione a scuola per arricchire il proprio bagaglio culturale”) diffusa dall’Ufficio diocesano Educazione e Scuola guidato da don Lamberto Agostini.

Nel volantino diffuso in varie lingue (inglese e tedesco, ma anche arabo, slavo e ladino) si sottolinea che l’attività didattica è aperta a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa di ciascuno: “Scegliere l’ora di religione – osserva Roberto Giuliani, incaricato IRC per l’Ufficio Scuola della diocesi – aiuta anche a comprendere la realtà storica del nostro Paese, a promuovere il dialogo con persone di diversa matrice etnica, ideologica e religiosa e può favorire la crescita dell’attenzione ai grandi ideali dell’umanità”. Lo testimoniano vari percorsi portati avanti in questi anni nelle scuole trentine, ma anche l’aggiornamento dei docenti (357 in tutto, di cui 7 sacerdoti, 14 religiosi e 336 laici) che mira alle competenze per affrontare anche le grandi questioni etiche del nostro tempo.

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