Val di Fiemme, tante le sfide per il nuovo scario

Il Palazzo della Magnifica Comunità della Val di Fiemme a Cavalese
Sono molte le sfide che il neoeletto scario della Magnifica Comunità di Fiemme si trova di fronte. Dopo la fase elettiva di dicembre e il passaggio delle consegne, Giacomo Boninsegna deve ora affrontare i nodi problematici che interessano la plurisecolare vicinia di Fiemme con Moena e Anterivo.

Lo scario comunque non è nuovo del mestiere. Le esperienze amministrative maturate prima come sindaco di Predazzo (dal 1975 al 1980), poi nella lunga militanza nella Regola feudale (12 anni), quindi nell’ultimo ruolo di vice scario, ora tornano utili. “Piccolo è bello, è uno slogan che calza molto bene al passaggio dalla realtà della Regola feudale di Predazzo alla Magnifica Comunità, organismo non solo maggiormente esteso ma senza dubbio più complesso”, spiega lo scario al telefono tra un appuntamento e l’altro.

Diversi sono gli obiettivi da raggiungere. Tra questi, certamente, il rilancio della grande segheria di Ziano di Fiemme è primario. Dopo i bilanci in profondo rosso con perdite anche di 800 mila euro annui, c’è uno spiraglio di luce. Per la prima volta il documento contabile del 2014 segna un cambio di rotta. “Nei prossimi mesi sarà operativo l’investimento per sostituire metano e gasolio con cippato nelle batterie degli essiccatoi”, spiega Boninsegna. “Era un controsenso che il nostro ente, primo produttore di cippato della valle, utilizzasse combustibili fossili per essiccare il legname”.

Poi c’è da equilibrare i rapporti tra l’Azienda agricola – forestale (il settore che segue il patrimonio boschivo e dei pascoli) e la segheria. Per aiutare l’impianto di trasformazione del legno infatti l’Azienda forestale vendeva il legname dei boschi alla sua segheria a un prezzo inferiore anche di dieci euro al metro cubo. Tutto questo per favorire il rilancio negli anni bui della crisi. “Ora ci sono le condizioni per operare un riequilibrio tra le due aziende in maniera che una non penalizzi l’altra”, spiega lo scario.

Un soccorso inaspettato potrebbe arrivare anche dall’ultimo bilancio provinciale con delle novità a riguardo la sorveglianza boschiva, una voce di spesa importante per la Magnifica che ha un territorio di 200 chilometri quadrati di cui 110 boscati. Con il nuovo documento contabile parte dei costi del personale potrebbe essere pagato dalla Provincia.

Tra gli impegni più pressanti quello di ristabilire la viabilità sui 300 chilometri di strade forestali ostacolata dal nevoso inverno 2014 e da eventi meteorici intensi in autunno. “Dobbiamo intervenire subito altrimenti al posto della manutenzione dovremmo rifare completamente alcuni tratti delle strade che rendono agibili i nostri boschi”. La Magnifica non è solo una realtà fatta di boschi ma è anche storia e arte racchiuse in quello scrigno che è il palazzo storico di Cavalese. “Dobbiamo puntare a sinergie con la rete dei musei del Trentino perché da soli non si va da nessuna parte. Possiamo contare su un gruppo di giovani bravi e motivati che hanno ottenuto risultati di rilievo. Ma dobbiamo fare di più”.

Infine c’è da mettere mano allo statuto. Un primo sondaggio tra i vicini (cioè i capifamiglia aventi diritto di voto) indica che il tempo è maturo per rendere più snelli i meccanismi interni di funzionamento. “Dopo la tendenza assembleare degli anni ’90, oggi, in un mondo dove tutto si muove a ritmi accelerati, si punta a una maggiore efficienza”, conclude Giacomo Boninsegna. “Dobbiamo quindi apportare delle modifiche alla nostra organizzazione statutaria, adeguandola ai tempi ma senza tradire la sua lunga storia”.

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