I binari ferroviari passeranno sulla vecchia strada del “Cingheron”

La strada del Cigheron
Due segherie che funzionavano ad acqua, la strada detta del “Cigheron” che portava verso Pellizzano, il caseificio turnario. Memorie di un paese che con gli anni è mutato, facendo scomparire alcuni dei suoi luoghi storici o trasformandoli. La segheria sul Noce, quella più vicina a Marilleva, funzionava grazie all’acqua del torrente Noce e tagliava il legname abbattuto nei boschi, facendone assi usate per la costruzione. Fu gestita per anni da Giuseppe Ravelli, fino a quando venne smantellata e mai più ricostruita.

L’altra segheria, sempre funzionante ad acqua, si trovava dalla parte opposta, vicino al luogo dove ora sorge il Palazzetto dello sport. Fu Giovanni Pedergnana a gestirla con alcuni operai per anni, fino a che anche questa venne abbandonata. Rimase inattiva per decenni, fino a quando, nel 2003, nelle sale che un tempo ospitavano tavole e trucioli fu inaugurato un Punto di lettura collegato alla preesistente biblioteca di Dimaro, servizio che in paese non c’era mai stato.

Da questa zona si può vedere una grande casa ormai del tutto disabitata. Era la casa di Pietro Redolfi e Angelina Pedergnana, el “Mas Brusà”, come viene chiamato anche oggi, probabilmente perché un incendio lo distrusse in passato. L’edificio ha anche un rilievo storico: nel 1886 infatti proprio qui fu creato un lazzaretto, che servì ad ospitare i numerosi malati di colera dopo un’epidemia che si era diffusa in paese e in valle. “El Mas Brusà”, infatti, si trova lontano dal centro abitato e in questo modo i malati potevano restare isolati dai sani, in modo da arginare il più possibile il contagio.

La casa è ricordata anche per Pietro, “el Pero del Mas Brusà”, che era solito scrivere motti e poesie anche irriverenti e attaccare i foglietti così redatti sul portone di casa, in modo che tutti coloro che passavano di lì potessero leggerli. Oggi, dopo la scomparsa dei due coniugi, la casa, come altre in paese, è totalmente disabitata e la sua destinazione futura resta incognita.

Con il progetto di prolungamento della ferrovia Trento-Marilleva, cambierà invece il “Cigheron”, strada che, per secoli, quando l’economia del paese si basava su agricoltura e allevamento, veniva transitata con i carri raggiungendo i prati e le proprietà dei paesani verso il confine con Pellizzano e oltre. A breve, quando riprenderanno i lavori, sulla strada del Cigheron passeranno i binari del tram, modificando per sempre un paesaggio tra i più belli della valle.

Dopo anni di abbandono, infine, si sta discutendo in amministrazione comunale su che fare dell’ex caseificio turnario di Novalina. La struttura era gestita dal casaro Ezio Redolfi che ogni giorno, a turno, veniva aiutato da un paesano: tutto il formaggio e il burro di quella giornata veniva dato alla persona che lavorava al caseificio. Chiuso quando si costruì l’attuale caseificio (1979-80) ora si pensa di farne parcheggi e arredo urbano. Se ne discuterà a breve, ma in questo caso nulla sarà conservato della memoria del vecchio caseificio.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina