Giovani sulla frontiera nel nome di padre Kino

Accanto ai diseredati, su una delle frontiere più calde del mondo tra Messico e Stati Uniti ci sono anche loro, i giovani della Kino Border Initiative (KBI), impegnati a soccorrere i migranti mettendo al centro la dignità degli essere umani e lo spirito di solidarietà tra le due nazioni. L’organizzazione, intitolata a padre Kino, il missionario trentino originario di Segno di Taio che è ricordato nel famedio di Washington (si veda a pagina 37), recentemente ha ricevuto il sostegno di Papa Francesco.

Rispondendo a una lettera dei “Kino Teens”, il Papa li ha incoraggiati a continuare a lottare “contro la diffusione di stereotipi, da parte di persone che vedono nell’immigrazione solo una fonte di illegalità, di conflitto sociale e di violenza”. “Questi giovani – ha scritto Papa Francesco, confessando che la loro lettera gli aveva toccato il cuore – possono contribuire molto per mostrare al mondo una chiesa senza confini, madre di tutti. Una Chiesa che porta nel mondo la cultura della solidarietà e la cura per le persone e le famiglie che sono colpite più volte da circostanze strazianti”.

La Kino Border Initiative è un’organizzazione binazionale, fondata nel 2009 dai gesuiti a Nogales (Arizona) e a Nogales (Messico). Ne fanno parte 2009 sei organizzazioni statunitensi e messicane: le Provincia californiana e messicana della Compagnia di Gesù, il Jesuit Refugee Service degli Stati Uniti d’America, le Suore missionarie dell’Eucaristia, la Diocesi di Tucson e l’Arcidiocesi di Hermosillo.

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