Inaugurata la nuova campana della chiesa di Cagnò

Operai al lavoro nella fonderia Grassmayr a Innsbruck
A Cagnò, una delle cinque parrocchie dell’Unità pastorale della Terza Sponda, dopo il guasto della campana, prodottosi per una fessurazione nel punto di contatto col batacchio, la parrocchia si è subito attivata. Pur essendo possibile ripararla, i tecnici ne hanno consigliato la sostituzione. Sul campanile ci sono tre campane, installate nel 1922, fuse dalla fonderia Luigi Colbacchini di Trento, dopo che, durante la Prima Guerra Mondiale, quelle precedenti furono requisite dall’esercito per trasformarle in strumenti bellici.

“Generalmente la produzione ‘Colbacchini’ non eguaglia mai la qualità del suo maestro Chiappani di Trento per vari motivi, uno dei quali è quello di aver operato principalmente nel dopoguerra, in un periodo in cui la grande domanda di campane, e i materiali di recupero usati, non hanno mai favorito la nascita di campane eccellenti”, spiegano gli esperti del settore. Le campane di buona qualità durano molto; basti pensare che la famosa “Stefena” della chiesa parrocchiale di Revò è stata fusa nel 1534 e non ha mai subito riparazioni in 481 anni di attività.

Il lungo iter burocratico, seguito da Padre Placido Pircali, dalla Diocesi di Trento e dal comitato di gestione della parrocchia ha condotto alla scelta della ditta fornitrice: la Grassmayr Glockengiesserei di Innsbruck. La campana rotta era una la 3, del peso di 278 chilogrammi con un diametro di 79 centimetri; è stata sostituita con una di sagoma moderna, quindi “eccellente”, della stessa nota, che pesa di più: 460 chilogrammi con un diametro di 90 centimetri.

La sostituzione è costata 15 mila euro, spesa sostenuta dalla parrocchia, con un contributo del BIM, del Comune di Cagnò, della Cassa Rurale Novella Alta Anaunia, del Fondo di solidarietà della Diocesi e di un parrocchiano. “Inauguriamo una nuova campana, lo strumento della voce di Dio che chiama i fedeli”, ha detto padre Placido Pircali all’inaugurazione. “Una volta le campane scandivano i ritmi di vita della popolazione; adesso, talvolta, ci si muove per zittirle, perché danno fastidio. Sarebbe triste avere una campana nuova che chiama e nessuno che corre”.

Al termine della celebrazione, Rosario Preti, noto fuochista in Provincia, ha regalato una cascata di luce fatta scendere dalla sommità del campanile, che ha rischiarato a giorno il sagrato della chiesa, tenendo tutta la popolazione con il naso all’insù per 15 minuti e dipingendo nella notte, a tinte infuocate, lo stagliarsi maestoso nel cielo del campanile.

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