Dal digiuno all’Expo

Durante la Quaresima la parola digiuno è sempre meno usata, mentre un tempo erano nonne e mamme ad offrire qualche spunto ai bambinetti, sin da quando si attaccavano alle loro gonne, parlando di “fioretti” da fare. Gli uomini tacevano adeguandosi alle raccomandazioni che arrivavano dai pulpiti e che trovavano un riscontro sul desco familiare all'ora dei pasti. Il digiuno e l'astinenza da vedersi come pratiche penitenziali, secondo il magistero della Chiesa devono essere osservati il mercoledì delle Ceneri (o il primo venerdì di Quaresima per il rito ambrosiano) e il venerdì della Passione e Morte del Signore Gesù Cristo. Sono consigliati pure il Sabato Santo sino alla Veglia pasquale. La legge del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po' di cibo al mattino e alla sera. L'astinenza proibisce il consumo di carni e di alimenti particolarmente ricercati e costosi.

Il digiuno (mi metto a digiuno, sono in dieta) oggi viene scambiato con l’imperativo dei medici per combattere l’obesità ed il disordine alimentare, alla base di numerosi disturbi fisici anche gravi. In questo fine settimana a Trento (vedi pag. 10) si parlerà di cibo come rifiuto o eccesso per una fetta di popolazione sempre più giovane che soffre di disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia. I ristoranti si adeguano pubblicizzando ricette che rispettano i deficit dei singoli clienti per soddisfare in egual maniera le esigenze di tutti. ”Tutela del territorio e valore del cibo nel rispetto di chi produce, in armonia con chi consuma” è ad esempio il tema di un pool di associazioni dei sobborghi a sud di Trento. Il cibo, che in certe parti del mondo abbonda e scarseggia in altre, è uno dei temi forti di Expo Milano 2015. Circa 1,2 miliardi di persone soffre la fame, sopravvivendo con meno di 1 euro al giorno. A Roma, secondo le Acli il 4% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, eppure nella capitale ogni giorno vengono sprecate 20 tonnellate di pane. Anche il Trentino intende inserirsi nel grande tema dell’alimentazione che non deve essere intesa solo quale emergenza alimentare, assicura il governo provinciale, ma anche come stile di vita sano, sicuro e piacevole. “Il Trentino – a detta dell’assessore all’agricoltura e turismo Michele Dallapiccola – è orgoglioso di avere un’agricoltura di montagna, che in altre parti del pianeta è stata abbandonata. Così come crediamo di portare Expo e i suoi milioni di visitatori in Trentino, rendendo attrattiva la nostra peculiarità”. Sui risultati concreti auspicati da Dallapiccola sarà solo il tempo a dire l’ultima parola. La crisi ha messo in stato di sofferenza il turismo che si alimenta di globalizzazione. Certo l’Expo è una vetrina planetaria che offre un’opportunità importante per far vedere le tante innovazioni di molti Paesi e far capire il grave squilibrio nella distribuzione della ricchezza con la povertà sempre più in agguato pure nei ricchi continenti. Non si può dimenticare infatti la crescente disuguaglianza in un mondo globalizzato. Anche i popoli più poveri hanno ormai modo di raggiungerci con la loro rabbia, sia con mezzi violenti, sia con flussi immigratori inarrestabili, come stanno dimostrando i miliziani di Is e i profughi dal nord Africa. In Siria, quattro anni di guerra civile, ha provocato oltre 200 mila vittime del conflitto e più di 11 milioni di profughi. Nel Sud Sudan, indipendente dal 2011, oltre 12 mila bambini-soldato sono stati arruolati per combattere la guerra civile. Gli abusi sulle donne rappresentano una vera e propria arma di guerra e di terrore. Si sta assistendo inoltre al progressivo esaurimento delle risorse naturali e al diffondersi, su larga scala, dei danni ambientali. Nè va sottovalutato il problema dei cambiamenti climatici globali, fenomeni sempre più estremi di perturbazioni meteorologiche violente. Ogni quattro secondi una persona è costretta così a fuggire abbandonando casa e abitudini di vita a causa della violenza delle guerre e della miseria. I profughi al mondo sono oltre 50 milioni. La fonte è l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Di fronte a tutte queste questioni che sono mondiali manca una cornice efficace per una governance globale che permetta di prendere decisioni e di gestire i problemi globali in modo planetario. Non ci si può più limitare ad aiutare i poveri, a gestire unicamente l’emergenza. Vanno denunciate le cause della povertà, (creazione dell’uomo) e con la povertà l’ingiustizia, soprusi e violenze, piccoli e grandi, facendo rete. Di questo si sono fatti paladini anche i missionari italiani al termine del loro recente convegno nazionale che hanno assunto come slogan tre verbi: “uscire, incontrare, donarsi”.

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