La croce quotidiana

Nella Via Crucis di Romallo, con l'arcivescovo Bressan, le sofferenze che affliggono gli uomini di oggi

Al crepuscolo, immersi nella luce calda di un sole che si affaccia alla primavera, si è snodata domenica scorsa, 8 marzo, sulle strade di Romallo una folta processione di persone per ripercorrere la Passione di Cristo, nella Via Crucis organizzata dal Comune, dalla parrocchia San Vitale e con il patrocinio della Cassa Rurale Novella Alta Anaunia e delle altre istituzioni territoriali.

I quindici capitelli, che sorgono lungo la via che conduce alla chiesetta di San Biagio, sono stati costruiti da Lorenzo Bertolini, maestro muratore, ed ospitano le opere in bronzo raffiguranti gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù, realizzati dall’artista Giorgio Conta (l'ideazione e la successiva creazione di queste opere hanno richiesto ben nove anni di lavoro): come ha sottolineato il presidente della Comunità di Valle Sergio Menapace, la Via Crucis di Romallo può essere un valore aggiunto per il patrimonio culturale e religioso in Val di Non.

La processione si è aperta con la benedizione dell’arcivescovo, che ha concelebrato con don Mario Ferrari. Mons. Luigi Bressan ha invitato a cogliere il conforto che questi capitelli potranno portare a tutti con la loro bellezza: “Questa Via Crucis è la grande testimonianza di un Dio che ha voluto farsi come noi: lui stesso ha attraversato una sofferenza eccezionale per aiutare tutti gli uomini”. Ad ogni fermata si sono alternate le canzoni del coro parrocchiale alle voci narranti che, con la loro interpretazione, hanno reso vive le immagini dei bassorilievi in bronzo, raccontando le tappe della crocifissione. Il loro racconto è stato attualizzato ricordando i mali che affliggono la società moderna e che avvicinano i dolori umani a quelli patiti dal Cristo in croce. Riflettendo sui temi di giustizia e verità, ci si è interrogati se la coscienza sia in grado di schierarsi oggi con coraggio in difesa dei più deboli, resistendo all’ingiustizia e difendendo ovunque la verità violata. È l’ingiustizia che ha prodotto la crisi economica con le sue gravi conseguenze sociali come la precarietà e la disoccupazione. Un pensiero è stato rivolto dall'arcivescovo anche alle donne, nella loro Giornata: vittime di soprusi, schiavizzate dalla paura e dallo sfruttamento, “devono essere messe al centro delle scelte del legislatore, che le deve tenere in debita considerazione”.

Dio ha voluto condividere l’esperienza umana, la fatica e la gioia, i tradimenti e le sofferenze: – ha ricordato l'arcivescovo in conclusione – “è rimasto per noi, e questo ci dice di non aver paura per la nostra croce quotidiana”.

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