Le nuove prospettive della solidarietà

La Giornata celebrata nella diocesi di Bolzano. Muser: “Riflettiamo sulla responsabilità del cristiano per il bene comune”

Bolzano – Si è celebrata domenica scorsa, nella diocesi altoatesina, la Giornata della Solidarietà. La Commissione Diocesana per la Pastorale sociale e il lavoro ha proposto ai fedeli la lettura di alcuni brani dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. “Papa Francesco – ha scritto il vescovo Ivo Muser nel suo messaggio per la Giornata – ricorda continuamente che al grido dei poveri per la giustizia la Chiesa risponde sia collaborando per risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia con gesti più semplici e quotidiani di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che si incontrano”. Il vescovo ha invitato “a utilizzare la Giornata della solidarietà per riflettere sulla responsabilità del cristiano per il bene comune”, poiché “non ci può essere futuro e reale progresso se non ci impegniamo veramente, insieme, per una società più giusta e solidale, se non superiamo l’individualismo e gli interessi di gruppo a tutti i livelli, anche dentro le nostre realtà civili ed ecclesiali”.

In preparazione alla Giornata si era tenuto un incontro sul tema “Papa Francesco e la solidarietà: prospettive di metodo” con mons. Fabiano Longoni, direttore della Commissione episcopale della CEI per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace. Mons. Longoni ha spiegato che solidarietà non significa semplicemente intervenire in occasionali situazioni di disagio delle persone o in una redistribuzione di risorse economiche, ma è piuttosto un modo di stare dentro la vita della società, è cercare il bene di tutti, promuovendo una cultura in cui ogni persona è preziosa anche se diversa per situazione sociale, per idee, religione, lingua o etnia. “Solidarietà è superamento dell’individualismo attraverso il confronto e il rispetto delle differenze, che non sono un ostacolo, ma una risorsa per la crescita e il bene comune”, ha detto.

Il metodo proposto da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium si articola in quattro punti. “Il tempo è superiore allo spazio”, deve dunque cambiare il modo di essere presenti nello spazio pubblico, smettendo i panni spesso comodi delle “truppe cammellate” o quelli delle truppe da retroguardia e anche rinunciando a pensare di proporci come gruppo di potere che vuole influenzare altri poteri, in particolare quello politico e massmediatico. “L’unità prevale sul conflitto”: non può che cambiare la propria percezione della dialettica intraecclesiale, chiamata a prendere definitivamente congedo da stili vagamente anche se involontariamente settari, così come dal narcisismo delle singole posizioni. “La realtà è più importante dell’idea”: le battaglie ideologiche devono cedere il posto a una condivisione dal basso, che crea l’atmosfera giusta per dialogare senza complessi d’inferiorità. Infine “il tutto è superiore alla parte”. Ciò rende necessaria la riscoperta della comune percezione di una missione che unisce al di là delle legittime differenze di opinione.

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