Lo sguardo della Caritas sulle crisi mondiali

I focolai di tensione nel mondo e i conflitti più o meno dimenticati sono numerosi. Il recente Consiglio nazionale della Caritas Italiana, presieduto dal vescovo di Trento, Luigi Bressan, ha puntato i riflettori sulle crisi che potrebbero avere conseguenze più devastanti: il conflitto in Ucraina, i conflitti in Medio Oriente e in Nord Africa, l'emergenza Ebola, che, sottolinea Caritas Italiana, “non ha ancora perso il suo potenziale di sofferenze e di pericolo”.

A quattro anni dall’inizio delle cosiddette “primavere arabe”, la situazione politica del Medio Oriente non mostra segni di miglioramento. A Gaza (si veda a pagina 17) c’è stata una ripresa, nell’estate 2014, della violenza a causa dell’irrisolto conflitto tra Israele e i territorio palestinesi; mentre si allarga il pericolo costituito dall’Isis, lo stato islamico che si estende dal nord della Siria al nord dell’Iraq.

Da Caritas Siria arrivano notizie di continui scontri; le vittime alla fine del 2014 erano stimate in 200 mila, più di 3 milioni e 700 mila i rifugiati registrati (al 15 febbraio 2015) dalle Nazioni Unite. Caritas Siria continua la sua attività con sei uffici regionali, assistendo 60 mila famiglie grazie anche al sostegno di Caritas Italiana attraverso un contributo della Cei di un milione di euro dai fondi dell'8 per mille, di cui 200 mila euro sono stati donati in parti uguali a Caritas Libano e a Caritas Giordania, dove l'impatto della crisi siria si fa sempre più pesante.

In Iraq a fine 2014 Caritas Italiana ha gettato le basi per un gemellaggio tra sfollati cristiani in Kurdistan e comunità cristiane italiane.

Il Consiglio nazionale Caritas ha anche esaminato il nuovo conflitto nello Yemen e la situazione in Libia, precipitata a metà febbraio.

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