“Torniamo a parlare di Dio”

L’ormai rilevante presenza di immigrati musulmani in tutta Europa, che chiedono pari riconoscimenti per la loro religione, accende il dibattito in ambito politico e culturale sull’importanza delle religioni nella formazione etica della società post moderna e nella ricerca di soluzioni per far fronte ai “fondamentalismi”. Da questo punto di vista la figura del beato Antonio Rosmini, il suo pensiero filosofico, teologico e spirituale, è più che mai attuale. Rosmini sapeva infatti dialogare in modo rispettoso, con mitezza evangelica, proponendo un pensiero razionalmente forte. Il tema “Dio, la politica e la cultura” è stato affrontato con una Lectio Magistralis dal prof. Klaus Müller, filosofo e teologo dell’Università di Münster, che giovedì 26 marzo ha inaugurato il nuovo anno accademico del Centro di studi e ricerche “A. Rosmini” dell’Università di Trento. L’incontro, moderato da Francesco Ghia, si è tenuto presso Casa natale Rosmini, a Rovereto. Partendo dalle linee-guida sull’insegnamento delle teologie e delle scienze religiose nelle università tedesche, approvato nel 2010 dal “Consiglio superiore per la scienza e la cultura”, l’organo supremo consultivo per la politica universitaria tedesca, e dopo una breve analisi della storia del pensiero filosofico su Dio, Müller ha concluso azzardando la tesi che oggi è possibile e necessario ritornare a parlare da un punto di vista filosofico e teologico di Dio. “Lo impone l’onestà intellettuale – ha proseguito il docente – non è possibile orientare il nostro quotidiano nel modo più razionale possibile, in temi come la salute, l’alimentazione, l’educazione, e tener totalmente distinto da tutto ciò il dominio del religioso”. Lo stesso documento summenzionato “riporta delle affermazioni sulle teologie mai udite fino ad allora”: anche in una società secolarizzata le religioni sono considerate “una fonte essenziale dell’orientamento normativo e le comunità religiose contribuiscono in maniera sostanziale ai processi di coesione sociale”. Questa presa di posizione ha suscitato l’interesse dell’opinione pubblica tedesca, soprattutto perchè collegata alla questione dell’insegnamento negli istituti statali da parte degli imam della teologia islamica in tedesco e non in arabo. “All’università di Münster ci sono già quattro teologi musulmani da Libano, Malaysia, Austria, mentre un quarto lo attendiamo, che insegnano in tedesco e devono preparare le nuove generazioni a fare altrettanto”, ha aggiunto Müller, al termine dell’incontro al microfono di radio “TrentinoinBlu”. “Rosmini si può considerare un Hegel cattolico ed è un pensatore universale, è dunque una figura molto importante che può contribuire ad approfondire un dialogo tra culture e religioni”, ha infine risposto Müller alla nostra domanda su come Rosmini può contribuire a questo dialogo nascente nella società post moderna europea.

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