Stupore gregoriano

La direttrice Ilaria Pasqualini: “E' sorprendente come questa tradizione bimillenaria sia ancora viva e feconda”

Chi nutre qualche riserva o qualche pregiudizio rispetto al canto gregoriano, fondato quasi sempre su una conoscenza insufficiente, troverebbe utile e anche stimolante l'inedito concerto (vedi riquadro) con musiche gregoriane che vedrà in Santa Maria Maggiore, accompagnati all’organo da Paolo Delama, due gruppi specializzati nell’esecuzione dell’antico canto: il coro “V. Gianferrari” di Trento – – fondato nel 1968 da Andrea Mascagni, da sempre aperto a progetti innovativi – e il gruppo musicale strumentale “L. Feininger”, nato nel 2000 per studiare e “dare voce” al patrimonio culturale di Feininger con numerosi concerti in Italia e all’estero.

Il canto gregoriano è una tradizione bimillenaria ancora viva e feconda, che nel secolo scorso ha conosciuto una nuova stagione – osserva Ilaria Pasqualini, direttrice del “Gianferrari“, che ha approfondito storicamente l'evoluzione del gregoriano. Ci spiega: “Tra l'Ottocento e il Novecento, sono fioriti studi filologici mirati a una riscoperta che avvicini le esecuzioni moderne alla prassi antica del canto monodico. Il  gregoriano è tornato a risuonare nelle antiche cattedrali e ha incantato  compositori moderni alla ricerca di soluzioni modali, affascinante uscita dall'ormai consunta tradizione tonale. Sono nati così nuovi linguaggi musicali, talvolta molto distanti dal canto che li ha originati“.

Ma non si dovrebbe parlare di “restaurazione gegoriana“ nel Novecento, come se vi fosse stata una decadenza; in verità  c'è stata una produzione ricca e nuova, certamente poco nota che si rivela però adatta anche a cantori non professionisti. “Il gregoriano – osserva Ilaria Pasqualini – nel secolo scorso si è mostrato capace di aprirsi all'avvenire, accompagnarsi ad armonie moderne, uscire da se stesso per assumere profili melodici originali dal sapore antico“

Ne darà testimonianza il concerto di sabato con due diversi “Requiem, capolavori della polifonia moderna, firmati proprio da due autori come  Maurice Duruflé e Ildebrando Pizzetti, che sono rimasti affascinati dalla riscoperta del canto monodico.  Duruflé ripropone il materiale tematico del canto romano nella versione dei monaci benedettini di Solesmes, precursori di questa riscopreta, mentre Pizzetti, allievo di Giovanni Tebaldini, recupera del gregoriano solo qualche frammento tematico, inserendolo in  melodie personali.

Una serata da non perdere, nella quale le gloriose canne d'organo di Santa Maria Maggiore confermeranno il legame stretto  fra questo strumento e il canto gregoriano, più o meno antico.

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