La scelta di Andrea

Il registra trentino Brandalise ha diretto Castelli nell’apertura della stagione teatrale

Una doppia sfida, ben superata secondo il pubblico di casa nostra. Andrea Brandalise, trentenne regista trentino, ha messo in scena la controversa figura di Cesare Battisti e il contrastato rapporto generazionale tra un padre (Andrea Castelli) e un figlio di nome Cesare nello spettacolo del Teatro Stabile di Bolzano che ha aperto la stagione teatrale a Trento, tratto dal libro di Pino Loperfido “La scelta di Cesare” (edizioni Curcu & Genovese).

Una sfida impegnativa, Andrea, affrontata come?

Ho cercato di ricalcare l’impostazione del testo di Loperfido sottolineando la complessità delle interpretazioni delle vicende di Cesare Battisti – risponde il giovane regista, che dedica fra l’altro il suo tempo libero agli scout di Gardolo come apprezzato maestro dei novizi – in modo tale che il pubblico giovanile esca dal teatro col desiderio di approfondire questa figura complessa. Come ho fatto io stesso”.

E il dialogo genitore-figlio, intrecciato fra l’altro sulla presenza invasiva delle nuove tecnologie?

Questo aspetto conferisce allo spettacolo molta attualità, un aggancio temporaneo: credo che il teatro debba sempre parlare al pubblico di oggi, anche quando parla del passato. Altrimenti rischiamo solo di annoiare”.

Il pubblico ha compreso le sue scelte? Fino a che punto?

Le reazioni sono prevalentemente positive finora, anche nel pubblico giovanile. E’ passata la complessità delle rivisitazione di Battisti e l’idea di raccontare una storia senza essere pedanti, usando due registri: quello comico all’inizio e quello più drammatico nel finale. A proposito del finale ho riscontrato volentieri varie interpretazioni diverse, il messaggio non è risultato chiaro, ma forse è bene che sia così: il sorriso finale può essere considerato aperto.

Non sveliamo la sua interpretazione, tanto meno quella del labirintico testo di Pino Loperfido che interseca memoria e futuro, intimità e vicende d’interesse storico nazionale. Le chiediamo invece, come si trova un regista trentino giovane (ma Bernardi ha cominciato più giovane di Brandalise) a dirigere Andrea Castelli?

E’ molto emozionante e rassicurante. Hai la garanzia della professionalità, elemento base per costruire un lavoro di qualità. Inoltre, il tema storico che Castelli ha già interpretato e raccontato ci ha favorito un confronto continuo in fase di allestimento; talvolta scambiavamo anche qualche valutazione di storia trentino in dialetto ed era come sentirsi in famiglia. Per altri versi avevo di fronte un attore sul quale si può fare grande affidamento.

Ed ora quale sarà la scelta di Andrea?

Fino a dicembre abbiamo le repliche di questo lavoro che devo seguire. Poi mi dedicherò come assistente alla regia del Teatro Stabile di Bolzano al lavoro in programma nel corso dell’inverno “Brattaro mon amour”. Poi mi piacerebbe avere altre occasioni per confrontarmi con la regia”.

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