Quella celebrazione nel santuario di Santa Croce

Stavamo compiendo un pellegrinaggio nell’antica Armenia (attuale Turchia orientale). Giunti nei pressi del grande Lago di Van (era domenica), decidemmo di visitare l’isoletta di Akdamàr sulla quale sorge uno tra i più venerati santuari degli Armeni: Santa Croce. La chiesa, antica e stupenda per l’architettura, era ridotta a un autentico immondezzaio (il governo Turco non se ne cura infatti).

Dopo averla ripulita alla meglio, “rischiammo” di celebrare l’Eucaristia (in Turchia sono pochi i luoghi nei quali è consentito celebrare). La celebrazione fu fatta secondo il Rito Armeno, molto suggestivo.

Al momento della Comunione mi accorsi che la fila di coloro che si accostavano superava il numero dei nostri pellegrini e dovetti spezzare le ostie consacrate perché potessero bastare per tutti. Quando mi trovai dinanzi persone che non facevano parte del mio gruppo, chiesi: “Cristiani?”. Mi fecero cenno di sì con il capo. Mi accorsi che non pochi tra loro piangevano.

Dopo la celebrazione riuscimmo a capire che erano cristiani Armeni, residenti in quella regione in situazione di semi-clandestinità: da decenni non avevano l’opportunità di partecipare a una Messa e di ricevere l’Eucaristia. Fu un’esperienza toccante per tutti noi.

Don Piero Rattin

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