Quei lavori “viventi” nel presepe

Le immagini di Gianni Zotta al Parco documentano attività artigianali raccontare in vari allestimenti del Trentino

Per un “Parco” che da oltre dieci anni da attenzione alle attività tradizionali tenute ancora vive (o meglio, proiettate nel futuro), non poteva mancare un'incursione nella tradizione folcloristica che a Natale in tutte le valli del Trentino trova da qualche anno smalto nuovo.

Con uno sguardo attento, i presepi viventi allestiti da associazioni ecclesiali e non costituiscono un formidabile momento di autorappresentazione in cui una comunità racconta i propri lavori. Si potrebbe dire in questo senso che – prima ancora dei Musei etnografici – si trova nel presepio un anticipo di quello che vediamo ogni anno al Parco dei Mestieri.

Ne parlava due anni fa don Giuseppe Grosselli nel volume di Vita Trentina (Presepi tra la gente) che accoglieva un interessante saggio critico dell'antropologo Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina: Non appena lo sguardo si allarghi un po’ dal campo stretta della natività, ecco comparire puntualmente nel presepe il molèta, la filatrice, il falegname…altrettante comparse di un mondo caro e minuto, quello del piccolo artigianato paesano, direttamente coinvolto nella sua quintessenziale umanità, nell’evento presepiale. I visitatori del Parco troveranno 12 fotografie in maxiposter del nostro Gianni Zotta che ha messo a fuoco altrettanti mestieri rappresentati in presepi viventi anche recenti: da Calavino a Valmorbia,da Canale di Tenno a Sopramonte.

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