Si voti!

Il servizio del bene comune implica la responsabilità e l'impegno per la realizzazione piena di tutti e di ciascuno come condizione fondamentale dell'agire politico

Campagna elettorale sottotono quella che sta per concludersi. Eppure domenica 10 maggio si aprono i seggi per il rinnovo della maggior parte dei Consigli comunali della Regione. Sono centinaia i candidati. A tutti loro, tanto di cappello per la scelta fatta in questo difficile momento dove, una crisi che non conosce fine ha scoraggiato molte persone creando disaffezione per la politica (e non solo…) e indifferenza di fronte alla cosa pubblica.

Hanno scelto di mettersi in gioco e operare a favore del bene comune, divenuto il leit motiv di comizi, dibattiti e incontri di piazza e ristretti, fra candidati ed elettori, pur fra visioni e proposte operative diverse e in molti casi opposte, che dovrebbero trovare comunque in un futuro ormai prossimo, terreno fertile per discussioni e scelte programmatiche condivise.

Buon segno il desiderio di voler recuperare un valore, quello del bene comune, fondamentale per tutti i cittadini, ma soprattutto per coloro che imboccano la strada del confronto per la gestione della cosa pubblica o per quanti rinnovano la richiesta del consenso, attraverso il voto, di un lavoro già avviato nella passata legislatura.

Nonostante il gran parlare di malaffare e di corruzione, nel nostro territorio, ma non solo, vi sono esempi fulgidi di amministratori, ai diversi livelli di rappresentanza istituzionale, cui guardare, onesti e coraggiosi che hanno saputo amministrare con il metro del buonsenso e della lungimiranza in un apporto di collaborazione oltre i campanili. È anche grazie a loro che si sono messe le basi per il nuovo sistema a rete che ricerca negli accorpamenti fra municipalità l'obiettivo per il futuro, inteso come fusione tra comuni o aggregazione nelle Comunità di valle.

Certo si raccolgono anche tanti mugugni, insoddisfazioni, amarezze soprattutto tra coloro che hanno perso il lavoro e hanno difficoltà a trovare un'occupazione qualsiasi, per ridare dignità alla loro vita e un minimo di garanzia alla famiglia. Con costoro, una volta di più, corre l'unica promessa possibile, ovvero quella di tentate il tutto per tutto per sbloccare la situazione di crisi e aprire a prospettive occupazionali.

Anche in questo il voto può aiutare a dare sostegno e forza agli eletti onde evitare che l'astensionismo diventi un'arma di ricatto più che un'espressione di dissenso a 360° o un abbandono temporaneo dell'impegno civico. Al contrario! “Custodite dalla sera sotto la cenere, le braci s'accendono senza fatica. In breve il crepitare del fuoco si confonde con quello del bricco del caffè, nel silenzio che apparecchia un nuovo mattino”. Lo scrive in un volumetto fresco di stampa, dal titolo “Cronisti dell'invisibile”, l'ex direttore di Vita Trentina Ivan Maffeis indicando, con un'immagine umile e nello stesso tempo suggestiva, un orizzonte alternativo al pessimismo, valido pure per la politica quale “nuova stagione”, sull'esempio di una quindicina di operatori dell'informazione intervistati.

Per i candidati cattolici vale una volta di più l'incoraggiamento di Francesco – definito da Maffeis “un profeta obbediente alle prese con una riforma decisiva, un uomo di frontiera che ridisegna il rapporto tra centro e periferia” – che qualche giorno fa ha dichiarato: “Un cattolico 'deve' fare politica, servendo con coraggio il bene comune, senza lasciarsi tentare dalla corruzione. Non serve fare un partito di soli cattolici; 'quella non è la strada'”. Parlava tra l'altro a un gruppo di giovani studenti.

Già Paolo VI aveva indicato la politica come la forma alta di carità. Purtroppo tanta politica, nell'era globalizzata langue e funziona con il “dio denaro” messo “al centro”, attorniata dalla galassia dei suoi molti lacchè. La speranza è la virtù degli umili, a detta del Papa, e può essere meglio testimoniata a patto di imparare a servire gli altri.

Helder Camara, il “vescovo dei poveri”, un profeta dei nostri giorni di cui è stata avviata la causa di beatificazione, era solito ripetere: “Beati quelli che sognano: trasmetteranno speranza a molti cuori e correranno il dolce rischio di vedere il loro sogno realizzato”.

Per il teologo-vescovo Bruno Forte, il sogno necessario per progettare e realizzare la rinascita del nostro Paese, è quello di un popolo concorde, di una società civile dove si ami il bene comune al di sopra del proprio interesse, privilegiando al piccolo cabotaggio dei calcoli individuali o di parte, le grandi rotte della crescita comune, della promozione dei più deboli, del rispetto della dignità di tutto l'uomo, di ogni uomo, della tutela della vita in ogni sua fase, e della pace in ogni contesto.

Il servizio del bene comune implica dunque, la responsabilità e l'impegno per la realizzazione piena di tutti e di ciascuno come condizione fondamentale dell'agire politico.

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