Note imperiali

Torna il Festival di Musica Sacra. Tra classico, contemporaneo e un inedito firmato Leopold I

E fanno quarantaquattro. Tante le edizioni del Festival regionale di Musica Sacra che (dopo un anteprima il 26 aprile) prende ufficialmente il via venerdì 8 maggio alle ore 20.30 a Milland e il giorno dopo a Trento, nella chiesa di San Francesco Saverio (ore 21). 21 concerti, in cui saranno eseguiti e replicati, in clima di perfetta par condicio regional-geografica, 11 diversi programmi. Dentro ci finisce come sempre un'accurata selezione di «due millenni ininterrotti di storia della Chiesa che hanno consegnato ai nostri giorni una cassaforte traboccante di pagine e tradizioni musicali diversissime fra loro», come rimarca in sede di presentazione, tra le antiche volte del Duomo e ai microfoni della radio diocesana Trentino inBlu, il Presidente del Festival Paolo Delama. Quanto alle linee guida delle scelte artistiche, la più postmoderna delle quarantaquattro edizioni bussa, con le sue linee guida, alla porta del classico immortale. «Nel senso – ammette il direttore artistico Antonio Carlini agli stessi megafoni – che abbiamo posto particolare attenzione al repertorio barocco e quindi alla musica del '600-700. Quindi avremo molto Johann Sebastian Bach, per il piacere degli uditori, ma ancora di più Haendel, con le sue pagine piene di trombe, timpani, oboi, fluati e quindi questa musica sacra sontuosa, di grande lode alla divinità».

Provando ad entrare nel vivo del programma, Carlini menziona due pagine monografiche: «Quella con Armonices Mundi dedicate alle 12 cantate di Bruhns e poi il concerto dedicato nientemeno che alla produzione di un imperatore. Pochi sanno che gli imperatori erano anche grandi musicisti. Leopold I (1640-1705, Sacro Romano Impero n.d.r.) era uno di questi. E compose un'Azione sacra straordinaria, appena ritrovata negli archivi dell'Europa orientale. Viene presentata in anteprima, trasmessa in diretta dalla tv austriaca e registrata per una prossima produzione di un DVD”. Ecco motivata la “nota imperiale”: l’evento artistico vedrà protagonista “Gambe di Legno Consort” che offrirà al Festival la prima esecuzione in età moderna de “Il Lutto dell’Universo“. Non mancherà, ripercorrendo anche le scelte degli anni passati, il canto gregoriano e la polifonia. Il direttore artistico conferma: “Visiteremo repertori tra il 1000 e il 1300, ma daremo anche spazio alla musica più recente. Tanti brani contemporanei saranno accostati alla musica più classica, abituale. Mi riferisco ad esempio al concerto con Brunello con “Sine Nomine” che metterà insieme pagine di Sollima a Bach».

Repertorio a parte (da ricordare anche l'esibizione dell'organista Pietro Pasquini, chiamato a inaugurare l’organo Silbermann-Carli di Cimego, sabato 6 giugno) emerge il dato “politico” di una collaborazione solida fra Trento e Bolzano, in cui si conferma l'alternanza alla guida del Festival (oggi in mano trentina). «Ci teniamo molto – conferma Carlini – anche se sono culture diverse, che ragionano in modo diverso, ma dalla diversità cogliamo valore aggiunto. Avremo la possibilità di sentire tanti musicisti trentini e altrettanti dall'Alto Adige. Questa è una ricchezza”. A conferma della declinazione regionale, il Presidente Delama ricorda «il rapporto sempre più stretto con l'orchestra Haydn, testimoniato non solo dal ruolo fondativo dell'ensemble per il Festival e dal suo coinvolgimento attivo nel programma, ma pure dall'entrata nel direttivo della presidente dell'orchestra Chiara Zanoni».

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