La Guerra e l’esodo

I pensieri dal fronte di Giulio Mazzera nel libro curato da Ovidio Pellizzari. Venerdì 5 giugno la presentazione

Duecentotrentotto pagine che ripercorrono il periodo della Prima Guerra Mondiale sul fronte di Condino tra l’estate e l’inverno del 1915 inframmezzate dai lucidi e molto umani pensieri di un giovane parmigiano, Giulio Mazzera, impegnato a combattere su questo stesso fronte.

Si intitola “Diario giornaliero del mio richiamo per la Guerra Italo Austrica – Fronte delle Giudicarie 1915-zona di Condino”, l'ottavo numero della Collana delle Pubblicazioni della Biblioteca di Condino, curato da Ovidio Pellizzari e in uscita in occasione delle celebrazioni del centenario dell’esodo della popolazione condinese e brionese in Piemonte, il 5 giugno del 1915. A distanza di cento anno, venerdì 5 giugno alle 21, il libro sarà presentato in sala consigliare di Condino, mentre, domenica 7 alle 21 al palazzetto, si terrà la rievocazione storica “Condino 1915” con filmati, rappresentazioni e testimonianze di quella triste pagina di storia.

In quella tragica giornata di cento anni fa tutte le donne, i bambini e gli anziani del luogo – gli uomini erano stati richiamati dall’impero austro-ungarico ed inviati a combattere sul fronte orientale, in Galizia e Romania – furono “accompagnati” dall’occupante esercito italiano fino a Brescia e in Piemonte, a Torino, Cuneo e altre cittadine piemontesi. Dopo quattro anni, coloro che tornarono, trovarono i propri paesi saccheggiati e danneggiati.

“In questo studio troviamo non solo la trascrizione di un diario, ma anche un apparato fotografico e documentale di rilevantissima importanza con molte fotografie d’epoca inedite”, sottolineano biblioteca e Comune di Condino. “Un certosino lavoro di ricerca e localizzazione dei toponimi storici e, assieme, una cura particolare delle note, ricche di delucidazioni, spiegazioni, rinvii bibliografici e chiarimenti indispensabili alla comprensione e piena godibilità di lettura di tutto il volume”.

Conferma l’autore: “Mi sono detto: se io faccio questo lavoro prima di far capire agli altri devo comprendere io tante cose. Il nome per esempio usato allora di 'Cima Sera' per 'Cima Palone' chi lo conosceva? Ecco allora l’esatta indicazione geografica. La dislocazione delle truppe in zona descritta nel diario era proprio così? Sono andato a scavare. Per cui nel libro ho anche messo informazioni sulla struttura del comando delle Brigate Sicilia e Toscana”.

I vari pensieri appuntati da Giulio Mazzera sono stati recuperati da Pellizzari nella loro forma originale grazie alla collaborazione dell’omonimo nipote. Soldato “telefonista”, Mazzera si è fermato a Condino dai primi di giugno del 1915 fino all’aprile del 1916, quando è stato trasferito con la sua brigata dapprima nella valle dell’Adige e quindi nei Balcani fino a fine guerra, dove patì condizioni di vita davvero misere.

Al suo arrivo a Condino invece ormai era estate e campi e frutteti iniziavano a dare i propri prodotti. Mazzera e i suoi compagni poterono quindi approfittarne in libertà, traendo viveri anche dalle provviste abbandonate nelle case dai condinesi sfollati in terra italica: “Nel diario oltre a descrizioni di varie località del posto, molti sono i racconti di quello che mangiava, con riferimento anche al ‘formaggio condinesco’ e al vino ‘che le cantine di Condino ci offrono in abbondanza”, conclude Pellizzari.

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