Solidarietà in attivo

Arrivati da privati ben 68 mila euro. “Ma spesso quello che serve è soprattutto un accompagnamento nella gestione del bilancio e delle situazioni difficili”

154 domande accolte e 115 mila euro erogati. Questo in sintesi il bilancio del primo anno di attività del Fondo Straordinario di Solidarietà, promosso dal Decanato di Trento e destinato al sostegno di persone e famiglie che si trovano in situazioni di oggettiva e temporanea difficoltà economica.

I dati relativi a questo primo anno sono stati presentati mercoledì mattina in conferenza stampa dal decano di Trento don Corrado Prandi e da tre membri del Comitato di Gestione del Fondo (composto da Gianni Benedetti, Maria Elena Sartori, Pierfrancesco Ambrosi, Lucia Hoffer e Patrizia Condini).

Avviato nell'aprile 2014, il Fondo è stato alimentato, per un totale di 194.136 euro, dalle parrocchie (59.139 €), dal contributo di enti (66.765 €) e da privati (68.169 €). “Una bella risposta da parte di migliaia cittadini – ha fatto presente Sartori – che apprezzano la concretezza e la serietà del progetto. Donazioni che vanno dai 10 fino ai 10 mila euro arrivati ieri da un privato. Tutti egualmente graditi”.

Le domande presentate (arrivano dalle parrocchie o dal Centro di Ascolto della Caritas di via Giusti) sono state in tutto 217, di cui più della metà (113) da cittadini italiani. Ne sono state respinte 59, per incompatibilità con i criteri di accesso o dopo uno scrupoloso esame di merito. È previsto un massimo di 1000 € per ogni richiesta, destinati solo a copertura di spese vive come affitto e bollette. A fronte di una somma richiesta di quasi 400 mila euro, il Fondo ha risposto con 115 mila euro; gran parte della somma erogata, il 78%, è stata erogata per evitare sfratti, quindi in affitti e spese condominiali. Il 14% è andato alla Trenta per evitare il distacco di luce e gas, il 4% per spese scolastiche, solo lo 0,9% per spese sanitarie.

Pur trattandosi di interventi a fondo perduto, l'intenzione non è quella di un mero assistenzialismo, ma di un piano di “solidarietà attiva” che punti anche a dare più dignità alla persona. “A volte più che mancare i soldi manca la capacità di gestione del bilancio economico”, ha spiegato Bendetti. Anche in questo senso il Fondo collabora strettamente con Caritas (oltre che attraverso i CedAS e il Credito Solidale): “Ci accorgiamo sempre di più quanto sia necessario un accompagnamento, sebbene sia più faticoso rispetto ad un semplice aiuto economico perché richiede la costruzione di percorsi di fiducia”, ha confermato il direttore della Caritas diocesana, Roberto Calzà. La direzione è quella di condizionare gli aiuti economici ai percorsi di accompagnamento: “A volte sono percorsi molto lunghi perché emergono patologie e problematiche molto complesse”, come la ludopatia – una decina i casi incontrati dal Comitato, indirizzati all'Associazione A.M.A. – o situazioni famigliari difficili. Viste le molte richieste che riguardano inquilini ITEA, Caritas ha avviato anche un Tavolo di confronto: “Stiamo cercando di coinvolgere ITEA in un ragionamento rispetto ad alcune regole e situazioni. Chi per incapacità nella gestione smette di pagare finisce in un tunnel, e sarà sempre più emarginato; allo stesso tempo ITEA sicuramente non recupererà quei crediti. Occorre capire come evitare di perderci tutti”.

È stata annunciata l'adesione al Fondo anche dei Decanati di Povo e di Mattarello, il che significa un allargamento del bacino di persone che d'ora in avanti potranno presentare domanda, con una copertura totale del Comune di Trento.

Per contribuire, oltre alla donazione diretta in parrocchia, si può utilizzare il seguente IBAN: IT32U0359901800000000135563.

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