Laudato si’

Nella mattinata di giovedì 18 giugno presso l'Aula nuova del Sinodo in Vaticano sarà presentata l'Enciclica ecologica di Papa Francesco “Laudato si', sulla cura della casa comune”. L'attesa del documento pontificio, particolarmente seguita anche da Vita Trentina con quattro riflessioni di Maria Teresa Pontara, l'ultima delle quali in questo numero, è stata offuscata dalla pubblicazione sul sito dell'Espresso del testo dell'Enciclica, violando l'embargo richiesto, in questa come in altre circostanze, dall'Ufficio stampa della Santa Sede. Un'offesa alla deontologia giornalistica, ai molti vaticanisti impegnati nel seguire le vicende ecclesiali ed offesa anche per noi comunicatori di area sopraffatti da una voglia di scoop di basso profilo. Il Vaticano ha ritirato “a tempo indeterminato” l'accredito al giornalista responsabile della diffusione del testo. “La pubblicazione di una bozza dell'enciclica – si legge nell'avviso affisso martedì dal portavoce della Santa Sede padre Lombardi sulla bacheca della Sala stampa vaticana – di cui era stato dichiarato l'embargo, rappresenta un'iniziativa scorretta, fonte di forte disagio per moltissimi colleghi giornalisti e di grave turbamento del buon servizio della sala stampa vaticana”. Come in altre vicende nel palazzo apostolico si è ora a caccia della talpa. Quella che padre Lombardi ha definito “bozza” nel frattempo è divenuta la traccia di molti commenti su tutti i media. Francesco ha richiamato per l'ultima volta la nuova enciclica all'Angelus di domenica, quando a partire dalla parabola sul seme che germoglia e del granello di senape, ha invitato la folla dei fedeli a pregare per l'imminente evento. “Invito – sono le parole del Papa – ad accompagnare questo avvenimento con una rinnovata attenzione alle situazioni di degrado ambientale, ma anche di recupero, nei propri territori. Questa enciclica è rivolta a tutti: preghiamo perché tutti possano ricevere il suo messaggio e crescere nella responsabilità verso la casa comune che Dio ci ha affidato a tutti”. Dopo La “Lumen Fidei” , “Laudato si'” che richiama il cantico di San Francesco, è la prima vera lettera dottrinale di Papa Francesco, su un tema, quello ambientalistico, ripetutamente citato anche dai suoi predecessori. Per tutti San Francesco è un esempio esemplare e motivante della difesa del creato: sa rivolgersi ad ogni uomo credente e non credente e parlare perfino agli animali. Subito dopo la sua elezione Bergoglio, nel dare spiegazione circa la scelta del nome da Papa, ha indicato tra le tre motivazioni quella di ispirarsi a San Francesco che ama e custodisce il creato. Nella celebrazione della sua prima messa come vescovo di Roma ha insistito di nuovo, ripetutamente, sull'importanza e sulla necessità di amare e custodire il creato. E' un tema che ha avuto un'accelerazione negli ultimi tempi anche in occasione dei suoi viaggi apostolici e di appuntamenti internazionali sull'ambiente. Fra i tanti avvertimenti basta ricordare le parole in Santa Marta del febbraio scorso quando ha affermato: “Un cristiano che non custodisce, che non lo fa crescere, è un cristiano cui non importa il lavoro di Dio”. Appare ripetuta in moltissimi suoi discorsi la frase: “La custodia delle bellezze del creato è un compito di tutti”. “Dobbiamo custodire il creato poiché è un dono che il Signore ci ha dato”. Già in occasione dell'inizio del ministero petrino nella sua omelia, Francesco ha parlato della “vocazione del custodire”, come missione che non riguarda solo i cristiani, ma che “è semplicemente umana, riguarda tutti”. “E' il custodire la gente, l'aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E' aver cura l'uno dell'altro nella famiglia”. “La persona umana è in pericolo”, ha dichiarato in occasione di un'udienza generale. Ed ancora: “Coltivare e custodire il creato è un'indicazione di Dio data non solo all'inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile da tutti”. Va presa non come una semplice stoccata l'affermazione: “Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, i soldi comandano”. “Uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la cultura dello scarto. Non può essere così”. Da qui l'annuncio di Francesco dell'enciclica data “l'urgenza di un'ecologia umana”, dal momento che “ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme”, il cui testo, dopo la conferenza stampa, sarà alla portata di tutti.

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