Mariani: “Se non qui, dove?”

In Provincia di Trento, primo caso nazionale, il recente concorso per l'insegnamento della religione nelle scuole si è svolto nel rispetto dei criteri di selezione dei docenti seguiti per tutte le altre discipline. Su quel primo “caso italiano” ha insistito la direttrice Milena Mariani alla tavola rotonda con la quale si sono chiuse le due giornate di dibattito celebrative dei 40 anni di fondazione del Centro per le scienze religiose, nato come Istituto di Scienze Religiose all'interno dell'Itc, voluto dal compianto senatore Bruno Kessler, inglobato dopo la riforma nella Fondazione che porta il suo nome (FBK).

Quello del concorso per insegnanti rappresenta l'ultima tappa dell'istituzione che vanta guide prestigiose (mons. Iginio Rogger, Antonio Autiero ed ora Alberto Bondolfi) e hanno contribuito a collocare l'ISR nel Gotha degli studi teologici. Lontana dall'autocelebrazione la due giorni ha visto interventi dei vertici di FBK e dell'CSSR, Francesco Profumo e Alberto Bondolfi con il vescovo Luigi Bressan, che nel suo percorso storico ha ricordato i numerosi docenti di religione formati dal Centro oggi diretto da Milena Mariani, esegeta. Ha sottolineato il ruolo del laicato, come peraltro auspicato anche dal Concilio Vaticano II. Tarcisio Andreolli si è intrattenuto sulla vicenda fallita, a causa del diniego delle autorità vaticane ed anche diocesane dell'epoca, di un traghettamento dell'Istituto di Scienze religiose verso una Facoltà di teologia. Don Lorenzo Zani, fra i primi docenti e Paolo Costa, ricercatore e docente, hanno invece approfondito i temi riguardanti l'evoluzione intervenuta nel campo della didattica e dell'organizzazione. Sui luoghi della vita e del pensiero per un approccio simbolico alla sapienza antropoteologica si è intrattenuto Elmar Salmann del Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma, mentre Pierre Gisel, Giovanni Filoramo e Cristina Sagliocco delle università di Losanna, Torino e Pisa hanno affrontato i temi della coesistenza tra teologia e scienze delle religioni, dello studio della religione nelle università e della diagnosi del momento presente. Infine da Alberto Melloni, Gustavo Guizzardi delle università di Modena e di Padova e da Cristina Simonelli del coordinamento delle teologhe italiane è venuto un auspicio per un'idea d'Europa non chiusa, ma aperta, all'interno della quale prevalga il “noi” e una nuova intesa che la liberi dai condizionamenti che ne sviliscono l'operato.

Della qualità dei corsi e della specialità dei docenti del lavoro di studio, delle peculiarità di studi organici delle scienze religiose, del dialogo con le altre religioni, dell'ecumenismo e dell'etica ha parlato la direttrice Mariani. Ha poi indicato nei seminari residenziali a Roma e Ginevra sul dialogo interreligioso e sui luoghi della Riforma, nella collaborazione con università attraverso convegni e seminari per ricercatori e docenti a cominciare dalla Facoltà di lettere e filosofia di Trento e della Cattolica di Milano un sistema di valori da consolidare e aumentare ponendo alla fine un interrogativo perentorio: “Se non qui, dove?”

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