Tra disegni e… inglese

La proposta dell'asilo nido gestito dalla cooperativa Coccinella che, assieme ad altri nove nidi pilota in tutto il Trentino, ha aderito al progetto provinciale

La quotidianità espressa in lingua inglese anche per i bimbi con meno di tre anni? Da due mesi, anche l'asilo nido di Cles, gestito dalla cooperativa “La Coccinella” sperimenta l’utilizzo della lingua straniera nell’educazione dei più piccoli. Il progetto rappresenta una delle prime fasi operative del Piano Trentino Trilingue approvato nel novembre 2014 dalla Giunta provinciale.

Dieci i nidi pilota hanno aderito al progetto (Bondo, Castello di Fiemme, Lavis, Pergine “Il girasole”, Cles, Sarnonico, Riva del Garda “S. Alessandro”, Primiero “Tonadico”, Rovereto “La coccinella”, Borgo Valsugana “Arcobaleno”) e hanno permesso così di introdurre l’accostamento ad almeno una lingua straniera.

Dal punto di vista pedagogico – didattico la scelta del nido di Cles è stata quella di dividere i bambini in due gruppi. Si è deciso di rivolgere la proposta ai soli bimbi di età superiore ai 18 mesi e sono stati individuati momenti precisi durante la giornata nei quali si è ritenuto opportuno proporre l’inglese ai piccoli. Il momento del pasto è stato escluso perché ritenuto di forte socializzazione per i bambini e si è preferito, ad esempio il momento del cambio, dove il rapporto bambino-educatrice è più stretto e diretto.

Le modalità con le quali si vogliono trasmettere ai bimbi questi suoni appartenenti ad una lingua diversa sono le più svariate come ad esempio la lettura di storie in lingua, canzoni o dialoghi del quotidiano. “Ciò che si vuole fare non è certo insegnare ai bimbi una lingua straniera ma abituarli a una sonorità diversa”, spiega il direttore della Coccinella Mattia Garibaldi. “Lo scopo non è quello di tradurre le frasi pronunciate in inglese ma al contrario lasciarle tali, facendo soltanto intuire al bambino il loro significato”. Questo è molto importante per il loro apprendimento futuro che sarà così facilitato.

La formazione del personale – le educatrici devono essere in possesso di una certificazione pari perlomeno al livello B1, secondo i criteri europei – è stata in parte realizzata in collaborazione con l’Università Ca’Foscari di Venezia. Un gruppo di esperti ha seguito ciclicamente il progetto, per monitorare l’attività e fornire dei suggerimenti utili alle educatrici per migliorare l’approccio. La Provincia di Trento sta investendo molto sulla formazione di insegnanti ed educatori dal punto di vista dell’apprendimento delle lingue straniere in quanto: l’obiettivo è quello di far si che tutto il personale educativo raggiunga il livello minimo delle competenze linguistiche richieste.

“È presto per fare un bilancio del progetto”, conclude il direttore Mattia Garibaldi. “Sicuramente piace e coglie l’interesse da parte di molti e di tutte le figure professionali coinvolte. Attendiamo l’inizio del nuovo anno per proporre una progettazione più lunga ed altre iniziative di formazione”.

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