Dalla buccia… alla carta

L’ingegner Alberto Volcan, ricercatore e inventore altoatesino, ha presentato, a Casa De Gentili le sue invenzioni

Bucce e torsoli delle mele sono scarti che comportano un alto costo per lo smaltimento, essendo rifiuti speciali. In Europa tutti gli anni se ne scartano due milioni di tonnellate, che potrebbero essere una fonte di ricchezza. L’ingegner Alberto Volcan, ricercatore e inventore altoatesino, ha presentato, a Casa De Gentili a Sanzeno, le sue invenzioni riciclando proprio gli scarti della lavorazione industriale di questo frutto; prima fra tutte, la cartamela.

Volcan è riuscito a trasformare un prodotto difficile e costoso da smaltire in una risorsa preziosa, la carta, che fa risparmiare, per la sua realizzazione, l’abbattimento di piante preziose per l’ecosistema. “Le mie invenzioni green sono in piena sintonia con l’ultima enciclica di papa Francesco sull’ambiente, e anch’io condivido il suo pensiero”, spiega Volcan, ricordando come i prodotti di scarto della mela vengano essiccati in un forno, per essere disidratati, eliminando così batteri e muffe, e, in un secondo tempo vengano macinati e trasformati in una farina bianca, che trova molteplici applicazioni.

“Durante una visita al cimitero locale, fui investito da un’ondata di odore nauseante, proveniente da una fabbrica di succhi di frutta”, ricorda l'ingegnere altoatesino. “Nei giorni successivi individuai gli scarti di produzione che emanavano quel fetore. Me ne feci dare un campione e lo portai a un’azienda di Rossano Veneto di Vicenza per farlo analizzare. Scoprii che il 15% di scarto ricavato da una mela contiene il 76% di cellulosa; decisi di usare tale risorsa per creare carta riciclata”.

La cartamela è stata adottata dalla pubblica amministrazione della Provincia di Bolzano e dalla Diocesi altoatesina ed è usata per confezionare anche i sacchetti dell’umido. L’ingegnere non si è fermato qua, ma ha ampliato le sue ricerche, riuscendo a produrre la pellemela, che in tutto e per tutto sostituisce la pelle degli animali, la cui conciatura richiede una lavorazione molto inquinante che in Italia non si fa più, ma che viene relegata nei paesi in via di sviluppo.

A Bolzano nel mese di settembre si inizierà a fabbricare la pellemela. L’ingegner Volcan ha esteso ancora il raggio di ricerche producendo colla, tegole per i tetti, pavimentazioni termiche e farine alimentari per allevamenti, oltre a carburanti vegetali. La farina di mela così prodotta, inoltre, può assorbire rapidamente gli idrocarburi riversati in mare accidentalmente, oppure sulle strade a causa di incidenti.

Il sogno dell’ingegnere è veder nascere in Val di Non, terra delle mele, un’azienda che ricicla gli scarti delle mele e può dar lavoro a venti dipendenti. Ha preso contatti con Melinda, che non ha manifestato però interesse per le sue invenzioni. “Adesso sto seguendo quattro giovani tesisti che come argomento hanno scelto la cartamela”, ha ricordato Volcan durante la serata di presentazione delle sue invenzioni, alla quale erano presenti l’ingegner Carlo Busetti, Ernesto Callegari e Massimiliano Fellin dello Studio Tecnico Associato Dilegno che collaborano alle realizzazioni del ricercatore Alberto Volcan e hanno progettato la borsa di pellemela.

È intervenuto anche Alessandro Branz, delegato del Comune per Casa De Gentili: “Sono state le recenti mostre ospitate in questa residenza nobiliare 'La seconda vita' e 'Tecnonart' attualmente in corso, a far capire l’importanza del riciclo e dell'evitare lo spreco”, ha spiegato Branz. “L’arte contemporanea, libera dai classici canoni artistici, è dotata di un forte senso di provocazione e riesce meglio di altri mezzi ad evidenziare le contraddizioni di una società fondata sull’accumulo”.

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