Il biglietto da visita della valle di Ledro

Sono le più conosciute e frequentate sia da chi cerca la bellezza del paesaggio sia da chi apprezza la dimensione escursionistica e sportiva

Ponale, Gorg d'Abiss e Palvico: sono tre le cascate principali in valle di Ledro, le più conosciute e frequentate, sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista escursionistico e sportivo. A loro si affiancano gli innumerevoli salti d'acqua che un po' su tutto il territorio si manifestano – come fantasmi dal nulla – non appena il tempo volge al brutto e le giornate di pioggia si susseguono senza tregua. Questi tre salti da sempre caratterizzano la valle, tanto da rappresentarne quasi il biglietto da visita. Soprattutto in passato.

Ponale, accanto all’antico porticciolo

La cascata che nel corso dei millenni si è formata allo sbocco del torrente Ponale nel Garda non poteva passare inosservata ai commercianti, ai viaggiatori e a tutti coloro che fino al 1851 raggiungevano l'antico porticciolo di Ledro, un fazzoletto di terra rubato alle rocce a picco sul grande lago blu dal quale partiva una stretta, erta e pericolosa mulattiera. Per secoli, unica via d'accesso e quindi punto strategico.

Le prime notizie su questo luogo risalgono al 1192, quando il Vescovo Corrado II di Beseno concesse ai barcaioli il diritto di trasporto sul lago, da Riva all'imbocco della valle del Ponale, di uomini e merci, con l'obbligo di rinnovare annualmente – nel giorno di Pentecoste – il giuramento di vassallaggio ed il pagamento della metà dei proventi. Ma non solo. Il lago di Garda fu per centinaia di anni una via d'acqua frequentatissima, sia verso sud e l'Italia, sia verso Nord, ossia l'Europa.

Su questa importante via di comunicazione Riva era tappa obbligata, per le sue bellezze e la logistica. Sin dal 1400 si hanno descrizioni di viaggiatori della parte alta del Benaco – e di conseguenza pure dell’antico porto del Ponale -; la consacrazione del Garda nell’immaginario germanico si ebbe però solo con la pubblicazione del “Viaggio in Italia” di Goethe; da allora la zona fu meta non solo di commercianti e viaggiatori, ma anche di letterati, pittori, poeti, filosofi, che qui cercavano pace, tranquillità, nuovi motivi di ispirazione.

Con la fine del '700 iniziarono a comparire le prime immagini della cascata del Ponale, dipinti e disegni per cartolina, con un paio di ponti in legno e il ristorante sulla destra del torrente; del luogo si offriva infatti anche la variante della strada come splendido punto panoramico. Sulle immagini, ma in epoca successiva, fece la sua comparsa pure la centrale idroelettrica “Riva” (costruita poco sopra il salto). Il tutto, fino al 1851, anno fondamentale per la viabilità tra il Garda e la valle di Ledro e per il destino della mulattiera: quell'anno si realizzò il grande progetto di collegamento lungo le pareti a picco del Monte Oro e della Rocchetta, sognato, ideato e voluto da Giacomo Cis. L'antico porto del Ponale cadde in disuso e la mulattiera – così come la cascata – venne dimenticata. Fino al Dopoguerra e al boom economico, che grazie al benessere cominciò a portare migliaia di turisti sulle sponde del Garda trentino e nel vicino centro bresciano di Limone, fino ad allora semplice e povero paese di pescatori. La cascata del Ponale tornò quindi ad essere tra i fiori all'occhiello di mete per le gite paesaggistiche nell'Alto Garda.

E lo è tutt'ora, grazie ai progetti di ripristino dell'antica mulattiera e della vecchia strada di Giacomo Cis, chiusa a sua volta nel 1999 ma divenuta ben presto unicum al mondo per quanto riguarda il trekking e il mountain bike.

Gorg d'Abiss, angolo misterioso

Tiarno di Sotto – Sconosciuta alla maggior parte dei turisti, ma molto frequentata dai ledrensi, è invece la cascata del Gorg d’Abiss, a Tiarno di Sotto. Un luogo nascosto dal mondo, situato in un angolo di bosco che potrebbe essere benissimo dimora di gnomi, folletti o altri esseri fatati. Un incantevole getto d’acqua che rinfresca nelle calde giornate estive e ghiaccia nel periodo invernale scaturisce direttamente dal nulla alla fine di un profondo canyon formato nei millenni dal torrente Massangla. E’ un anfratto suggestivo e unico, custodito dalle rocce, dalle fronde degli alberi, dai muschi e dalla vegetazione che, grazie alla ricca presenza d’acqua, qui cresce spontanea e lussureggiante.

Il Gorg d’Abiss è tra le mete preferite di chi ama la fotografia, di chi è alla ricerca di un luogo tranquillo, in cui riflettere, pregare, soffermarsi, con solo il dolce suono dello scorrere dell’acqua come compagnia. Un luogo discreto, invisibile da tutto e da tutti, ma a pochi passi dal centro del paese e dalla sua storia.

Tiarno di Sotto è noto infatti come “il paese dei signori” per via delle numerose case signorili costruite in un periodo in cui gli affari con Venezia portavano non pochi benefici. Nell'800 qui si trovavano ben sette segherie, una fucina e due mulini, tutt'ora esistenti.

La facile passeggiata che dalla piazza porta al Gorg d'Abiss passa accanto sia alle vecchie segherie sia all’antico mulino dei Bugatini. Qui il tracciato si trasforma in un sentiero sterrato, che sale quasi pianeggiante in mezzo al bosco, costeggiando il rio Massangla; a metà percorso ci si imbatte in una croce e dopo pochi metri, dietro una curva, ecco apparire il magico getto del Gorg d’Abiss.

Palvico, l’ebbrezza del canyoning

Val d’Ampola – La cascata del Palvico, nella valle dell'Ampola, è il biglietto da visita della valle di Ledro per chi sale da Storo e dal versante più occidentale del basso Trentino. Rappresenta un naturale punto di sosta lungo la tortuosa strada che collega le valli Giudicarie ed il bresciano alla valle di Ledro.

La cascata, di 10 metri d'altezza, precipita a pochi passi dalla strada provinciale, parte terminale di una forra frequentata soprattutto nel periodo estivo da chi è in cerca dell’appagamento sportivo, ludico, avventuroso, che può dare la pratica del canyoning.

In questa località il corso del torrente Palvico presenta una bella varietà di situazioni – salti, toboga e calate – che ben si adattano alla frequentazione del corso d'acqua per questa attività. Solo negli ultimi 20 anni ledrensi e turisti accedono alla cascata per via d’acqua.

Paola Malcotti

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