La cascata della Gilf, protetta da san Corbiniano

Merano – Più che una “cascata” è un breve tratto di rapide ed è entrata negli annali semmai per una famosa “caduta”. Si trova ai piedi del castel San Zeno, antica sede del Castrum Maiense, nucleo fortificato altomedievale da cui si sviluppò nei secoli la città di Merano. Si raggiunge costeggiando il Passirio lungo le passeggiate sul lato destro o su quello sinistro, fino alla gola che si traversa con una passerella.

Racconta il vescovo di Frisinga Arbeone (723-784) nella sua “Vita di san Corbiniano”: “Un giorno, era la sera precedente la festa del sant’uomo, un piccolo bambino si mise a correre sventatamente lungo le mura della chiesa; s’inciampò e scivolò nel precipizio prospiciente al castrum. Il precipizio era così alto in quel luogo che le persone presenti al fatto impallidirono dalla paura. Sotto, ai piedi della rupe, scorrevano schiumose le onde del Passirio. Cosa ci si sarebbe potuto aspettare d’altro, se non trovare il bambino morto, dilaniato dalle rocce acuminate e dalle rupi sporgenti che caratterizzano questo luogo? E che, qualora fosse caduto fino al fondo della rupe, sarebbe stato sicuramente vittima dei flutti del torrente? Tutti scesero a cercare il cadavere, attraversarono il ponte sopra il fiume, da dove videro il bambino appeso a uno sperone roccioso, vicino al fiume. Presero una corda e si calarono nell’anfratto posto vicino al bambino che cercavano. Questi non solo era vivo, ma era anche illeso, pertanto fu riportato al posto dove era prima. Ai giorni nostri è diventato pastore della nostra diocesi, non per meriti suoi, ma per grazia divina”.

Quel bambino è dunque lo stesso vescovo Arbeone, caduto nella cascata, ma salvato dal suo predecessore e santo patrono Corbiniano.

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