Famiglie missionarie, a piccoli passi

“Ogni giorno è necessario compiere qualche passo in avanti per avvicinarsi a Gesù”. Con queste parole don Franco Torresani, parroco di Coredo, ha dato il benvenuto ai partecipanti alla Camminata della Trasfigurazione per le famiglie tenutasi ai due laghi di Coredo nella serata di giovedì 6 agosto. Quest’anno il tema della iniziativa, alla sua terza edizione, è stato quello della missionarietà delle famiglie nei diversi ambiti della vita quotidiana: la famiglia stessa, la comunità cristiana, i poveri. Moltissimi erano i bimbi presenti, che sono stati coinvolti nelle riflessioni delle quattro tappe del percorso.

Come detto da don Franco, l’impegno del cammino deve sempre animare il cristiano nel corso della sua vita, che non deve mai essere priva di impegno. La storia di Liz, una ragazza che ha dedicato parte della sua esistenza ad accudire la madre e la nonna malata, ha evidenziato nella prima tappa la missionarietà all’interno della famiglia. Un messaggio importante è andato dritto ai giovani: “Gesù non vuole giovani smidollati che si stancano subito, ma vuole giovani forti pronti al sacrificio e per questo pronti ad andare controcorrente”.

Nella seconda tappa una coppia di genitori di Cles ha raccontato la loro iniziativa volta a formare un gruppo di ascolto e confronto per i genitori dei bambini che seguono la catechesi all’oratorio, così da potere accompagnare i ragazzi in questo loro cammino spirituale. Un'esperienza partecipata e riuscita, esempio di missionarietà nella comunità della parrocchia.

La famiglia intesa come luogo accogliente, e per questo missionario, ha fatto da sfondo nella terza tappa alla testimonianza di Lidia e di suo marito, genitori di tre figli, che hanno aperto la porta della propria casa per accogliere, per un certo periodo di tempo, altri due bambini, la cui madre era molto malata. Nella quarta ed ultima tappa, Lisa, volontaria al centro profughi di Castelfondo, ha raccontato la sua esperienza con i richiedenti asilo presenti nel piccolo paese della val di Non da giugno 2014 a marzo 2015. Con l’aiuto della madre ha avviato diverse attività, dal laboratorio di braccialetti all’addobbo dell’albero di Natale, che hanno coinvolto i giovani migranti facendoli sentire accolti e accettati.

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