Burundi, è ormai guerra civile

In Burundi, nel cuore dell'Africa, è ormai guerra civile: i media internazionali, come i britannici BBC World e NewsNow, parlano di torture feroci ad opera delle forze di sicurezza contro membri dell'opposizione. Nel frattempo il presidente Pierre Nkurunziza, rieletto alla fine di luglio, ha assegnato i ministeri-chiave ad esponenti di sua fiducia. Lo scorso 13 agosto il padre saveriano Claudio Marano ha partecipato alla “Canederlata” tenutasi in piazza a Brentonico, organizzata dall’associazione “Melograno” per illustrare le novità sui progetti che da tempo sta portando avanti in Burundi e in altre zone dell'Africa.

“In circa quattro mesi e mezzo le statistiche ufficiali parlano di 120 morti, 500 feriti, più di 1.500 prigionieri e 165mila persone fuggite dal Burundi”, ci ha detto padre Claudio Marano. La crisi era iniziata alla fine di aprile, quando Nkurunziza, al potere ormai da dieci anni, aveva annunciato che si sarebbe ancora ricandidato contro il mandato costituzionale. Padre Marano, rimasto coraggiosamente nel Paese, è stato costretto a rientrare ai primi di agosto su ordine dei superiori. Il religioso friulano è il fondatore del Centro giovani Kamenge di Bujumbura, conosciuto in Trentino perché vi operano volontari trentini, come quelli dell'associazione “Spagnolli-Bazzoni”, oltre che per il Kamenge Festival di Trambileno. Il Centro, nato al termine del sanguinoso conflitto tra hutu e tutzi (1993-2005), nei quartieri a nord della capitale, ha accolto oltre 44 mila giovani di entrambe le etnie.

“Abbiamo lavorato per cambiare le teste e i cuori della gente, non per risolvere i loro problemi, ed ora possiamo dire che in Burundi ci sono persone che pensano e lavorano insieme”, risponde padre Claudio alla domanda sull'attuale ruolo del centro, in un Paese dove qualsiasi differenza – politica, sociale e religiosa – è sempre stata motivo di scontri. Presso il Centro Kamenge, ora nelle mani della Diocesi di Bujumbura, operavano anche le tre suore italiane – Olga, Lucia e Bernardetta – trucidate nel settembre 2014: una vicenda sulla quale non è ancora stata fatta chiarezza. “Non si sa nulla di preciso. Le suore uccise erano tre anziane consacrate che avevano deciso di dedicare gli ultimi anni della loro vita all'ascolto delle persone, passando di casa in casa”, afferma padre Marano, limitandosi a riportare la vox populi: “Probabilmente sono venute a conoscenza di cose che non avrebbero dovuto sapere e per questo sono state ammazzate”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina