Dossetti, politica e carità

La figura di Ermanno, fratello di Giuseppe, esempio di impegno civile

Ermanno Dossetti (1915 – 2008), benché fosse il fratello minore del noto Giuseppe e condividesse ampi tratti del suo percorso, non fu mai esclusivamente il custode della sua memoria. Riuscì anzi a emergere nel panorama politico e culturale italiano del Novecento. Parte da queste premesse il saggio di Luigi Giorgi, storico contemporaneo e collaboratore parlamentare al Senato della Repubblica, “Ermanno Dossetti. Impegno civile, fede e libertà”, Edizioni Il Margine Trento 2015.

Ermanno Dossetti infatti, dopo la partecipazione ai circoli giovanili dell'Azione Cattolica e dopo la laurea in lettere classiche, insegnò greco e latino nei licei. Durante la Seconda Guerra Mondiale, da ufficiale di complemento, venne richiamato sul fronte greco-albanese. Militò nella Resistenza e dal 1963 al 1968 fu deputato.

Nel corso della sua esistenza dà prova di equilibrio e grande capacità di mediazione, viste all'opera, come raccontato in diverse testimonianze di ex allievi, amici e compagni di politica, riportate nel saggio, durante l'esperienza parlamentare divisa tra il Concilio Vaticano II, il boom economico e, sul fronte internazionale, la Guerra del Vietnam. Oppure quando tornato professore affronta la complessa stagione della contestazione studentesca negli anni Settanta del secolo scorso.

Tra le molte fasi della vita di Ermanno Dossetti colpisce l'esperienza del Villaggio Belvedere – oggi Opere Servizi Educativi Assistenziali – Osea. In questo villaggio venivano accolti bambini orfani o in situazioni difficili. Si sperimentavano approcci innovativi per cambiare le politiche dell'assistenza in Italia. Si crea un ambiente molto simile alla famiglia che per Ermanno resta il contesto privilegiato dove crescere al meglio. Per ogni fanciullo si pensa a una proposta educativa specifica, abbandonando “l'educazione di squadra” tipica degli istituti di quegli anni. Al Belvedere i fanciulli vivono in un “condominio orizzontale”, come lo chiama il fondatore, e mettono in pratica la “democrazia sostanziale” e il senso civico, sperimentando una vera responsabilità dell'altro.

Completano il volume, la prefazione di Paolo Pombeni, docente emerito all’Università di Bologna, e la postfazione a cura del figlio Giuseppe, un interessante apparato fotografico e un’accurata bibliografia.

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