Quando il teatro è “pop”

Nuova Stagione di prosa del S. Chiara: grandi nomi e storie per tutti

Al Centro Servizi culturali S. Chiara hanno scelto il primo settembre, una data dal sapore simbolico che segna di fatto il passaggio dalla stagione vacanziera al ritmo lavorativo. Per “lanciare” la nuova “Stagione”, rigorosa “S” maiuscola, quella di prosa, con un'impellenza su tutte: riportare i trentini, soprattutto quelli del capoluogo, a teatro. E’ l’obiettivo dichiarato in sede di presentazione martedì a Trento, nella sala medievale di Palazzo Festi, sede del Teatro Sociale. Location non casuale, visto che proprio il Sociale ospiterà praticamente tutti gli spettacoli in cartellone. Tutti tranne uno, quello di apertura, al Cuminetti, dal 27 ottobre. Titolo: “La scelta di Cesare”, con il ritrovato connubio tra l’attore Andrea Castelli e l’autore Pino Loperfido, dopo la felice collaborazione sulla tragedia del Cermis con “Ciò che non si può dire”. Ora portano in scena il personaggio di Cesare Battisti, quasi un fantasma che si aggira attorno all'incontro-scontro contemporaneo tra un padre e un figlio.

La Stagione è costruita su quindici spettacoli, dieci nel cartellone principale e cinque nella rassegna “Altre Tendenze”, con la complessiva regia artistica, da quest'anno e almeno per un triennio, di Marco Bernardi che torna nella "sua" Trento (vi è nato nel 1955) dopo trentacinque stagioni alla direzione dello Stabile di Bolzano. In conferenza stampa, accanto al direttore del Santa Chiara Francesco Nardelli e ai rappresentanti istituzionali di Provincia (il dirigente Cultura Claudio Martinelli) e Comune (assessore Robol), Bernardi ha definito “pop” le sue scelte, spiegandole così ai microfoni di Trentino in Blu: “Nel senso di spettacoli popolari perché ci sono le grandi star del teatro italiano, da Paolini a Favino, da Finocchiaro a Emma Dante da Alessandro Preziosi a Paolo Rossi, da Claudio Bisio a Simone Cristicchi, tutti artisti di eccellenza. Ma popolari anche perché si tratta di spettacoli che possono essere capiti: ho sempre creduto ad un approccio al teatro che tutti possano comprendere”. E la sperimentazione? “Per quella e per la provocazione c'è “Altre Tendenze”, ma anche qui abbiamo puntato sui grandi nomi, da Celestini a Del Bono (con due opere intriganti sulla ricerca religiosa, n.d.r.). Cerchiamo in ogni caso di riconciliare la città con il suo teatro, di invertire la tendenza, passando da un segno meno a un segno più. Con un'offerta forte, divertente, emozionante, commovente: ce l'abbiamo messa tutta”.

In una presentazione “fiume“ quanto un'opera teatrale, il direttore-manager Nardelli parla della dimensione regionale dell'offerta culturale, consolidata anche dalla collaborazione con l'orchestra Haydn per la lirica, e in generale dagli ottimi rapporti con Bolzano: lo stesso percorso di Nardelli e quello di Bernardi (che fra l'altro sogna una grande compagnia teatrale trentin-altoatesina) verso sud dimostrano un travaso possibile ed efficace. Sottolinea, il direttore, la mirata concentrazione dell'offerta al Sociale, con i suoi 550 posti ma anche oggettivi limiti di confort (“Puntiamo almeno a migliorare le sedie dei palchi“) e una politica dei prezzi che privilegia la fedeltà, con una riduzione sugli abbonamenti che consentirà ad esempio ad un under 26 di seguire dieci spettacoli a 35 euro, ad un over 65 a 150 euro.

La sensazione che al S. Chiara i tormenti dei buchi di bilancio siano acqua passata è reale, almeno a leggere il sorriso del presidente Ivo Gabrielli. La svolta merita un applauso convinto. Ora si tratta di invertire la tendenza alla disaffezione del pubblico. A cominciare dal rinnovo abbonamenti, al via il 12 settembre.

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