Le ex caserme Damiano Chiesa per 100 profughi

Saranno pronti entro massimo un mese gli spazi delle ex caserme Damiano Chiesa, in via al Desert a Trento, che affiancheranno il centro di Marco di Rovereto. L'accordo con lo Stato, che ha concesso parte dell'area militare, è già stato sottoscritto. “Ciascuno dei due centri di transito, i cosiddetti “hub” – ha spiegato l'assessore alle politiche sociali Luca Zeni – potrà ospitare un centinaio di migranti, che riceveranno i controlli medici e i primi rudimenti di italiano, per essere poi trasferiti nelle sedi di accoglienza più idonee individuate sul territorio”. I due centri consentono di pensare ad una divisione di genere, per meri motivi di privacy e di convivenza, gli uomini verrebbero ospitati in via Al Desert, le donne a Marco di Rovereto, senza dividere ovviamente le famiglie. “Quello trentino è un modello di gestione diverso dal resto d’Italia – ha sottolineato Zeni – che si basa sulle competenze locali per quanto riguarda l’organizzazione, senza subire l’intervento delle prefetture e dimostra come a parità di risorse (30 euro al giorno per assistito ricevuti dallo Stato, ndr) l'autonomia funzioni meglio. La Provincia – ha aggiunto – intende distribuire le persone per piccoli gruppi in appartamenti e non in alberghi, favorendo l’inclusione sociale e la possibilità di piccoli impieghi socialmente utili in sinergia con le associazioni di volontariato e le parrocchie”.

L'assessore Zeni ha fornito anche gli ultimi aggiornamenti sugli arrivi dei richiedenti asilo che ha superato le 900 presenze, prossime al contingente di 960 assegnate al Trentino, al quale spetta lo 0,9 percento degli arrivi nazionale.

Prosegue intanto da parte della Diocesi l'operazione di verifica delle strutture messe a disposizione da parrocchie o istituti religiosi in risposata anche all'appello di Papa Francesco e sotto il coordinamento della Provincia attraverso Cinformi. Il direttore della Caritas Roberto Calzà conferma che tra un paio di settimane potranno essere accolti sul territorio una prima ventina di profughi. Tra le strutture ritenute idonee, una casa di proprietà del Seminario in val di Ledro, due stabili ad Arco offerti rispettivamente dagli Scalabriniani e dalle suore di S. Croce, una casa a Zambana. Complessivamente, in alcuni casi dopo i lavori di sistemazione, saranno una trentina le strutture messe a disposizione dalla Diocesi per un centinaio di richiedenti asilo.

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