La bellezza che dà gioia

L’Annuncio della Parola passa attraverso l’arte.

L’Umanesimo storico recupera la filosofia, la cultura e la bellezza antica.

Il percorso è ricco di varianti e di interpretazioni di temi ed istanze cristiane a confronto con “l’altro mondo”.

L’arte, dalla miniatura all’architettura, dalla pittura alla scultura, dalla poesia alla letteratura, ha prodotto in Italia e a Firenze in particolare, la sintesi di secoli di tale immane attività.

L’Annunciazione nel Convento di san Marco è collocata al crocevia di un percorso proveniente da due rampe di scale e al girare del corridoio. Il porticato dipinto è la prosecuzione di quello reale, a dire che l’annuncio avviene sempre qui ed ora.

“Si parla, in proposito, di una via pulchritudinis, una via della bellezza che costituisce al tempo stesso un percorso artistico, estetico, e un itinerario di fede”.

“La via della bellezza ci conduce, dunque, a cogliere il Tutto nel frammento, l’Infinito nel finito, Dio nella storia dell’umanità”.

“La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini”.

Rivolto agli artisti: “Siate anche voi, attraverso la vostra arte, annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità!”. (Benedetto XVI).

Nelle Lodi a Dio Altissimo san Francesco per due volte definisce fra le innumerevoli qualità, “Tu sei bellezza”.

Spesso gli annunciatori di sempre, santi o artisti, i testimoni, si vengono a trovare “nel punto di scontro fra storia e profezia, cioè nello spazio della croce”, secondo quel “limite che Gesù rimproverò a Pietro”, proprio di quando il pensiero è “secondo gli uomini e non secondo Dio”, per cui il prossimo è un lontano e non un fratello. (Balducci, in “Francesco d’Assisi”).

A cura di Marco Arman (UCAI)

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