Il documento del Centro di Ascolto di Vezzano: “La crisi colpisce tutti”

Nel documento del Centro di Ascolto di Vezzano, una “mappa” di sintesi delle richieste d’aiuto pervenute da tutti i paesi della valle. “Situazioni di bisogno preoccupanti, non possiamo restare indifferenti”, rileva la Caritas decanale

Incremento del numero di persone italiane che si rivolgono ai servizi caritativi a fronte di un numero stabile di utenti, marcata precarietà abitativa, peggioramento delle condizioni alloggiative, inasprimento delle relazioni interpersonali e disagio sociale altrimenti latente correlato alla disoccupazione. Sono alcuni indicatori che emergono dai dati delle attività del Centro di Ascolto di Vezzano, diramati in questo ultimo periodo.

Attraverso la rilettura e l’analisi dei bisogni palesati nei colloqui sostenuti nel quinquennio 2010-2014 è stata stilata una mappa di sintesi delle richieste d’aiuto pervenute da ogni dove della Valle dei Laghi. Le dimensioni del fenomeno: l’88% dei richiedenti risulta senza lavoro, cittadini stranieri nel 67% dei casi e residenti per lo più soli in casa. Per quali motivi si ricorre al Cedas? A capolista le spese di trasporto e quelle di sostentamento (47%), seguite dall’aiuto alla figli (20%) e dalle domande di rilascio del permesso di soggiorno (20%).

Tra le richieste più gettonati, l’ottenimento di un’occupazione in un soggetto su due, di pacchi viveri (26%), mobilio (21%) e vestiario. Quasi la metà dei richiedenti non percepisce alcun reddito, il 21% è sotto la soglia di 550 euro mensili e il 32% tra 550 e 1.000 euro. A destare sorpresa è l’esigua flessione della componente straniera nelle file dei bisognosi contro un’incidenza della povertà relativa gradualmente cresciuta tra gli autoctoni.

Il quadro degli interventi ne esce ridimensionato: alcuni servizi come l’ascolto e l’accompagnamento oppure i sussidi finanziari sono intensificati per poter rispondere prontamente oltre il soddisfacimento dei bisogni primari di ognuno puntando di più su percorsi differenziati di fuoriuscita dal disagio sociale. “I mesi estivi ci hanno impegnato soprattutto nella fornitura di mobilio e in particolare nell’arredare completamente un appartamento per una persona che non disponeva delle risorse sufficienti. Le situazioni di bisogno si stanno facendo preoccupanti, questa crisi ci colpisce tutti, non possiamo né vogliamo restare indifferenti”, rileva la Caritas del decanato di Calavino per bocca del suo direttore Italo Poli.

Prosegue la distribuzione due volte al mese di pacchi viveri, si espandono le attività collaborative con la Comunità di Casa Giano a Santa Massenza e non manca presso la canonica di Vezzano un drappello preparato di quattordici volontari a disposizione per ascoltare, consigliare e indirizzare fin dove umanamente possibile. Perché il Cedas è una porta aperta a quanti bussano confidando nell’aiuto fraterno, luogo di incontro e relazione importante probabilmente più del sussidio economico erogato temporaneamente in situazione di emergenza conclamata.

E la prima risposta alle situazioni acute di povertà rimane la “promozione della persona”, come richiamato da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium: “La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri all’arte dell’accompagnamento perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro”.

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