“Unità nella diversità”

Il Patriarca Bartolomeo ha ricevuto un premio dall'Università dei focolarini a Loppiano

Nella cittadella focolarina di Loppiano lunedì 27 ottobre si è vissuta una giornata con il sapore della storia. Il rapporto spirituale che da quasi cinquant’anni lega il Patriarcato di Costantinopoli e il Movimento fondato da Chiara Lubich è stato rinsaldato dalla consegna del dottorato honoris causa in Cultura dell’unità a Sua Santità Bartolomeo I.Nella sede dell’Istituto Universitario Sophia (la cui fondazione è presieduta dal trentino Paolo Crepaz) erano presenti 1400 persone, con delegazioni e personalità provenienti da diversi paesi d’Europa e Medio Oriente e di varie Chiese: del Patriarcato ecumenico e di altre Chiese ortodosse, copti, anglicani, luterani, riformati, valdesi, avventisti, cattolici. Per la diocesi di Trento, in rappresentanza dell’Arcivescovo, c’era il direttore del Centro Ecumenico Alessandro Martinelli, che ha portato il saluto della Chiesa trentina.

Il Patriarca Bartolomeo ha ringraziato per le parole con cui il Papa, in un messaggio letto dal card. Betori, parla di “un doveroso riconoscimento per il suo impegno nella promozione della cultura dell’unità” che “contribuisce favorevolmente al cammino comune delle nostre Chiese verso la piena e visibile unità, alla quale tendiamo con dedizione e perseveranza».

Nel suo saluto al Patriarca Bartolomeo, la presidente Maria Voce mette in rilievo come «la sua sollecitudine per le Chiese sorelle, unita alla cura della preziosa tradizione teologico-spirituale dell’Oriente cristiano e all’impegno per il Sinodo pan-ortodosso, e i suoi ripetuti incontri con i Papi negli scorsi decenni, hanno tessuto una rete sempre più fitta di rapporti che spiegano l’attuale sovente esplicito riconoscimento da parte di Papa Francesco della profonda reciproca amicizia e condivisione di intenti… Il dialogo è la nostra comune priorità», ha concluso Maria Voce.

Il Patriarca Bartolomeo nella sua lectio magistralis di grandi orizzonti ha osservato fra l’altro che «il carisma dell’unità non si infrange nella diversità in quanto santificata, vivificata dall’aspetto relazionale Trinitario, in cui è innescato. La Diversità non è azione antagonista, ma è fruizione della salvezza operata nella relazione teandrica delle due nature, unite ma non confuse. Percepire il principio della diversità come ricchezza, diviene possibilità di comprendere e possibilità di essere compresi, ricapitolati in Cristo. La prospettiva che dobbiamo offrire al mondo perché creda e si salvi, è quella di formare una cultura di unità nella diversità».

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