Eccolo, il Vigilianum!

A lavori quasi ultimati, sveliamo gli interni del Polo Culturale diocesano di via Endrici, ad un mese dall'inaugurazione, che vedrà a Trento il ministro alla cultura Franceschini

Meno trenta giorni. Il conto alla rovescia per l'attesa apertura del nuovo Polo Culturale della diocesi di Trento riecheggia ormai dentro gli ariosi locali dell'edificio spuntato in tre anni in via Endrici, di fronte al Collegio Arcivescovile.

Visitiamo in anteprima il Vigilianum (il nome è stato scelto in onore al patrono della diocesi), ancora affidato alla cura operosa di tecnici ed operai impegnati febbrilmente negli arredi e nelle rifiniture. Salendo i tre piani dalle ampie vetrate, invase dai raggi bassi dell'autunno, piace immaginarsi come sarà questa “casa della cultura” tra poche settimane: un via vai di studiosi e ricercatori, amanti dei libri e della cultura locale, ma anche di giovani e ragazzi di tante scolaresche trentine.

Non sarà infatti solo la sede rinnovata di una biblioteca, com'era forse nell'iniziale impegno assunto ancora nel 1997 quando fu decisa la vendita della storica sede del seminario minore. Sarà molto di più, perché “la finalità del Polo diocesano – conferma l'arcivescovo Luigi Bressan – si è via via definita e arricchita in questi anni di progettazione condivisa”.

“La sfida culturale – spiega fin dall'atrio il teologo Leonardo Paris, direttore dell'Ufficio Cultura, delegato a coordinare le attività della nuova struttura – è quella di traghettare in molte forme attraverso la porta dell'oggi il ricco patrimonio storico, culturale e religioso di ieri. Non solo libri, pergamene e manoscritti, ma anche le competenze di quanti lavorano al Polo per gestire la ricchezza di questo materiale religioso”.

Così prendiamo atto che mentre si devono ancora completare di arredi le sale didattiche è già arrivata alle scuole trentine una brochure che presenta le attività laboratoriali attivate al Vigilianum fin dai primi mesi del 2016: dai percorsi di storia locale sui preti e i profughi trentini dell'Archivio diocesano – solo per fare un esempio – alle attività proposte dal Centro per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso che qui avrà la sua nuova sede. “Vorremmo che il Vigilianum venisse percepito come una realtà culturale aperta alla città di Trento e al territorio trentino – ci tiene a precisare Paris – per offrire a chiunque la possibilità di avvicinare il ricco patrimonio culturale ma anche per costruire dialoghi e incontri fra diverse sensibilità e culture”.

E' la finalità che conta, ma oggi la curiosità si sofferma anche sulle tecniche bioedilizie utilizzate per la costruzione dell'edificio dall'ottimo staff tecnico. Oppure sugli accorgimenti d'avanguardia tecnologica richiesti dalla tutela del patrimonio librario: “Questi due enormi macchinari” – esemplifica Paris – sono destinati al trattamento dell'aria per il mantenimento della temperatura e dell'umidità costante nella biblioteca”. Anzi, delle tre biblioteche in una sola, visto che l'ampia sala del terzo piano rappresenta il punto d'incontro con un patrimonio di oltre 200 mila libri: 130 mila della biblioteca diocesana (che custodisce anche i fondi di una quarantina di parrocchie), 66 mila della biblioteca del seminario e quasi 9 mila della biblioteca del Centro Missionario. “Di questi 200 mila ne abbiamo scelti 20 mila per la consultazione a scaffale aperto – spiega la direttrice Paola Tomasi, impegnata da oltre un anno nel necessario lavoro di ricollocazione (anche con sistemi antitaccheggio) – ma ci sarà spazio anche per la fruizione multimediale, la lettura di giornali e riviste, disponibili anche nelle annate storiche”.

Gianni Zotta può immortalare il momento della collocazione delle prime decine di libri nel deposito: volumi provenienti dai secoli del principato vescovile – protetti con una speciale copertura antipolvere – vengono riposti con cura da una ditta specializzata nel trasloco di beni librari nel deposito. Gli scaffali colorati sono i cosiddetti “compattabili”: pensate che coprono un totale di 23 km di scaffale!

Torniamo a piano terra dove la sala grande di un centinaio di posti sarà affiancata da un’aula didattica da 32; più l’area espositiva, gli uffici, l'area ristoro e altri spazi aperti per fermarsi a conversare: la cultura – anche al tempo di Internet – rimane incontro fra le persone. E il Vigilianum è pronto, contenitore prezioso e accogliente.

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