I “tuffi” dei Dallapé…

Sabato scorso una serata di aneddoti e genealogia di quanti partirono da Lapé, in cerca di miglior vita e quanti decisero, invece, di restare. Con Francesca ospite d'eccezione

Dai tuffi sincronizzati al salto a ritroso nel tempo tra una generazione e l’altra di Dallapé. Al XIII secolo risalgono le prime notizie documentate di questo casato dalle quali sono estrapolate sfaccettature dell’allora vita rurale nella pieve di Cavedine, territorio popolato da minuscoli insediamenti denominati “ville”.

Nel 1717, epoca florida per la bachicoltura, Stravino contò 110 grami abitanti: tra loro anche la dinastia di Francesca Dallapé, l’atleta che da anni porta il nome del Trentino ai vertici dello sport internazionale, celebre per i suoi armoniosi e fluidi avvitamenti nell’aria sopra una vasca d’acqua, ancora al top sebbene reduce dalla mancata qualificazione per Rio de Janeiro. Niente medaglia e pass olimpico rinviato a febbraio dell’anno prossimo.

Ma Francesca è e rimane una campionessa, nello sport quanto nella vita quotidiana. Nel 2003 lei, allieva di Giuliana Aor da ben due decenni, aveva infilato al collo la sua prima medaglia, quella di bronzo ai Campionati europei juniores di Edimburgo sul trampolino da tre metri. Dalla delusione di Pechino 2009 alle medaglie europee inanellate in successione a Roma, Torino e Budapest, il suo talento è scritto nel dna.

Ambiziosa nella sua semplicità ha maturato presto la mentalità vincente dell’atleta professionista capace di ipnotizzare ondeggiando sull’asse. Dai suoi fan e dai parenti più o meno vicini (i nonni paterni sono nativi di Stravino) ha ricevuto un’affettuosa accoglienza, sabato sera a Cavedine. “Ho passato momenti difficili, ma nell’ultimo periodo ho ritrovato la voglia di puntare in alto”, ha confessato la tuffatrice prima di abbandonarsi alle lacrime consolatorie: “Mi avete dato una forte carica che mi porterò dietro”.

L'occasione di incontrarla, l'incontro intitolato “Dallapé, Stravino e … Francesca”, ideato da Bruno Santoni in collaborazione con la Pro Loco di Stravino e patrocinato dal Comune di Cavedine. Durante la serata sono stati raccontati Aneddoti e genealogia di quanti partirono da Lapé, antica località tuttora identificata con il toponimo Berlonga, in cerca di miglior vita e quanti scelsero di stabilire lì le loro radici.

Don Vittorino Dallapé che fece il suo ingresso a Bolzano, quale titolare della parrocchia San Giovanni Bosco nel 1954; padre Remigio Berteotti da Cavedine, cappuccino eminente per santità di vita e per zelo apostolico, primo custode della Santa Casa di Loreto, esorcista del santuario e consigliere spirituale di alto conio; Mariano Dallapè, classe 1846, che a Stradella in provincia di Pavia fondò l’omonima fabbrica di fisarmoniche moderne ben presto simbolo del prestigio italiano. E ancora i Dallapé calzolai, tabaccai, allevatori e quanti emigrarono in Cile, Messico e Argentina. “Gente che si tuffa ogni giorno”: così è la “grande famiglia Dallapé”.

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