Il senso dell'osservazione, la cura per il particolare, la passione per il clima e le sue manifestazioni, l'amore per la natura. Elementi di un'ideale "rosa dei venti" che trovano la loro sintesi nella stazione meteorologica, la prima installata nel cuore della città di Trento, nel rispetto delle normative vigenti, frutto dell'impegno portato avanti negli anni con entusiasmo da Mauro Cagol. Il nuovo osservatorio è stato inaugurato sabato 7 novembre all'interno del Collegio Arcivescovile "C. Endrici", dove Cagol, educatore in convitto, lavora da più di vent'anni, alla presenza del rettore, don Bruno Tomasi, del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, e di numerosi ospiti che hanno arricchito con i loro interventi il "battesimo" svoltosi in una soleggiata mattinata autunnale.
Uno strumento che non vuole essere un totem o un idolo che si limita a registrare dati e informazioni sulle variazioni del meteo, ma un'occasione per riscoprire il valore del silenzio e il senso racchiuso nel coltivare una passione da condividere e trasmettere ad altri. Cagol, che fin da ragazzo amava cimentarsi in previsioni del tempo azzardate, che poi però si rivelavano esatte, come ha ricordato il fratello Alessandro – titolare della Videoframe Multimedia – rievocando alcuni aneddoti, ha spiegato così i motivi alla base di un progetto diventato realtà. "Anche una passione come la mia può essere ‘termometro’ dell'esigenza di avere un momento in cui fermarsi a pensare, accorgendosi che abbiamo bisogno di recuperare valori che si stanno perdendo come la riflessione e il silenzio, la capacità di contemplare un arcobaleno o i primi fiocchi di neve della stagione". Per questo l'educatore ha invitato tutti al "rallenty", parlando dell'altra sua grande passione, quella calcistica: "Guardando la moviola mi domando perché dobbiamo sempre correre, facendo cose che sembrano indispensabili, ma non lo sono. Sono convinto, invece, che rallentare, guardare un tramonto o coltivare un hobby insieme ad altri siano momenti fondamentali per il nostro benessere e per dare senso alle nostre relazioni".
Con il consenso del rettore, che ha subito abbracciato l’iniziativa, benedicendola al termine dell’incontro, e la “protezione” di S. Alberto Magno, patrono dei cultori delle Scienze naturali e del Collegio, Cagol si è tuffato in questa avventura trovando – lui che è affascinato da manifestazioni atmosferiche come neve, pioggia, grandine – l’abbraccio di un'”isola di calore” proprio nel luogo in cui per 21 anni ha prestato il suo servizio.
Una stazione meteorologica installata all’interno di una comunità scolastica che ospita studenti delle classi elementari, medie, superiori e universitari assume ulteriore valenza proprio dal punto di vista educativo. Lo hanno sottolineato nel corso dell’inaugurazione Filippo Orlando, presidente dell’Associazione di promozione sociale “Meteo Trentino-Alto Adige”, che ha contribuito all’installazione della stazione fornendo il necessario supporto tecnico, Marco Gadotti di Meteotrentino-Centro funzionale di Protezione civile, che ha evidenziato la complementarietà del servizio garantito con quello amatoriale ma altrettanto professionale di Cagol, e Giampaolo Rizzonelli, vice-presidente dell’Associazione “Meteo Triveneto”, una rete di stazioni collegate a Meteo Network a livello nazionale e internazionale di cui anche la stazione di Cagol fa parte.
Dino Zardi, professore di Fisica dell’atmosfera all’Università degli Studi di Trento, ha invece ricordato che nel capoluogo le osservazioni sul clima si registrano dal 1816 (l’anno prossimo ricorre il bicentenario): “La continuità del servizio è stata garantita da istituzioni scolastiche e religiose che ospitavano le stazioni e registravano i dati con costanza, e più recentemente da servizi civili”.
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