“Si respira lo stesso clima del dopo Concilio”

“Ora il convegno potrebbe ripartire subito, senza relazioni introduttive, visto che l’intervento del Papa è stato così ricco e puntuale, impegnativo per noi tutti”. Le parole a caldo di padre Saverio Biasi, vicario per i religiosi, condivise dagli altri nove delegati trentini, sono curiosamente le stesse che l’arcivescovo trentino Giancarlo Maria Bregantini rilascia alle agenzie: “Su questo richiamo del Papa possiamo confrontarci subito”.

Con questa determinazione i nostri delegati – immersi ormai nel clima di preghiera e di partecipazione del convegno – hanno affrontato i lavori di gruppo. Prima, una sottolineatura personale sulle parole di Francesco. Chiara Marcolongo, laica impegnata, ha colto “l’immagine della Chiesa che non costruisce muri e frontiere, ma piazze in cui dobbiamo stare e ospedali da campo in cui accogliere gli ultimi, gli imperfetti, gli affaticati”.Flavio Berloffa, attivo da anni nelle Acli trentine, non teme un paragone storico: “Qui sto ritrovando quello stesso clima che si respirava negli anni del dopo Concilio in certi convegni aclisti: sono fiducioso”. A Monica Signorati, coordinatrice della delegazione trentina, è rimasto dentro quel doppio aggettivo: “Chiesa inquieta, ma anche Chiesa lieta col volto di mamma. Questa inquietudine e questo volto gioioso possono andare d’accordo”.

La delegata vescovile per il coordinamento pastorale e dei laici, Cecilia Niccolini, sottolinea: “Negoziare non è dialogare”, ci ha detto il Papa ed è vero perché spesso noi dialoghiamo puntando però solo a portare avanti le nostre idee e a imporle senza accettare l’ascolto che il dialogo richiede”.

I tre sentimenti richiesti alla nostra Chiesa – umiltà, disinteresse e beatitudine – “proprio perché provenienti da una persona come il Papa” hanno colpito Marco Gadotti, mentre la moglie Chiara ha colto “il passaggio in cui i vescovi sono invitati ad essere pastori e tutto il popolo di Dio, insieme vescovi, religiosi e laici, è chiamato insieme, mescolando i vari ministeri, ad annunciare il Vangelo“.

Marco Arman, presidente dell’UCAI, da artista ha apprezzato le mostre d’arte (“quella di palazzo Strozzi la consiglio a tutti, anche per la presenza di tre autori trentini”) ed evidenzia il richiamo del Papa a partecipare alla costruzione del bene comune: “Ci ha ricordato che i credenti sono cittadini!”.

Infine, Pierino Martinelli, che come delegato triveneto nel Comitato preparatorio, ha trovato l’intervento del Papa utile nell’orientare alla concretezza, partendo dalle priorità dei poveri e del dialogo: “Era una delle attese emerse anche nei lavori preparatori: il richiamo del Papa non si può eludere”.

Oltre a mons. Bressan (vedi intervista a parte), altri due trentini erano impegnati a Firenze come organizzatori: don Ivan Maffeis, portavoce Cei e “regista” della comunicazione, e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei per il dialogo ecumenico. In sala stampa, infine, altri due trentini: il vaticanista noneso Luigi Sandri e suor Loredana Gianpiccolo, direttrice della rivista Ecclesia Mater.

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