La chiesa di “S. Brigida”… nero su bianco

Domenica 29 novembre alle 17, il teatro dell’oratorio di Romagnano ospita la presentazione del libro di Vanda Brunelli “Romagnano: la chiesa di Santa Brigida”. Nel volume si racconta la storia dell'edificio sacro, anche attraverso le fotografie dell’autrice e di Guido Tomasi.

“È una ricchezza che ci sia qualcuno che tiene a queste memorie, che le sa raccogliere e confezionare con competenza, passione e fantasia”, scrive il parroco don Gianni Damolin nella presentazione, ringraziando l’autrice di questo “piccolo gioiello che getta riflessi di luce su quello che eravamo e che siamo”.

La storia della chiesa di Romagnano è strettamente legata agli avvenimenti che, nel corso dei secoli, hanno coinvolto la chiesa di Sant’Apollinare di Piedicastello. Nella cappella di Romagnano veniva celebrata la messa, ma per i battesimi e le altre ricorrenze religiose punto di riferimento dei fedeli era la chiesa sotto il doss Trento. In occasione delle festività più importanti gli abitanti di Romagnano dovevano raggiungere, in processione, Santa Maria e talvolta anche il Duomo. Nel 1711, in seguito all’accordo stipulato fra il Comune di Romagnano e la Prepositura, il paese ottenne un proprio cappellano.

Le iniziali descrizioni sulla chiesa sono del 1581 (ma l'edificio sacro originario risalirebbe al 1182), in seguito alla visita pastorale alla parrocchia di Sant’Apollinare e alle cappelle di pertinenza, compresa quella di Romagnano, verificatasi il 5 maggio. Il primo battesimo, invece, è quello di Dominica Tomedi e viene registrato il 9 giugno del 1728, appena eretto il sacro Fonte.

La curazia di Romagnano divenne parrocchia nel 1920, primo parroco fu don Albino Pederzini di Castellano. Tra i fatti storici più importanti quelli che riguardano le campane e il campanile: tolte dagli austriaci all’inizio della guerra, tutte di uguale peso furono ricollocate nel 1923. E nel 1963 con l’allora parroco don Mario Tait, venne rifatto il castello campanario, aggiunta una campana e si provvide all’elettrificazione.

Segni particolari sono rilasciati dai sagrestani, i quali, oltre a suonare le campane e regolare l’orologio, avevano l’usanza di incidere il nome e la data d’inizio servizio nel legno della cassa dell’orologio. Iniziò Antonio Mosna (25.8.1883), quindi Massimo e Guerrino Mosna, poi Giuseppe e Remo Bauer, fino ad Adriano Caldonazzi (9.1.1957).

Nel libro, inoltre, Vanda Brunelli prende in esame l’architettura della chiesa, gli altari, i dipinti murali, le sculture, i quadri della Via Crucis, la pala dell’altare maggiore e le tele laterali. Nell’appendice, infine, descrive le confraternite, mostrando i variopinti gonfaloni.

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