La via di don Almiro

L’intitolazione domenica scorsa, nel ricordo del Fatto Eurcaristico di un secolo fa

È passato un secolo esatto da quando, il 19 novembre del 1915, alla vigilia dell’evacuazione forzata del paese, il piccolo Almiro Faccenda fu protagonista di una storia davvero speciale. Quel “fatto eucaristico” è diventato prima un libro, “Il Tarcisio delle Alpi” scritto nel 1988 da don Armando Costa, poi un documentario, realizzato a quattro mani da Marcello Baldi e, dopo la sua morte, da Paolo Ghezzi.

A don Almiro Faccenda, morto nel 1968 a Roma all’età di 60 anni, la piccola comunità ha voluto dedicare anche una via del paese. È successo domenica scorsa, al termine di quattro giorni di appuntamenti iniziati con la veglia di preghiera giovedì, alle 3 di notte, nella chiesa parrocchiale e la Messa concelebrata da don Renzo Scaremelle e don Franco Torresani.

Proprio a quell’ora, un secolo prima, a causa dell’arresto del parroco, don Vito Casari, e, poi del cappellano don Guido Franzelli, a soli 7 anni Almiro distribuì, alle cinque di mattina, le ultime ostie consacrate ai fedeli presenti in chiesa. Un fatto a cui si interessò anche Papa Benedetto XV donando ad Almiro Faccenda un quadretto di alabastro raffigurante l’effige della Madonna di Loreto.

Successivamente Almiro venne sfollato con la famiglia dal paese per ritornarvi a guerra conclusa. Entrò poi in contatto con gli Oblati di S. Giuseppe in occasione di un soggiorno a Trecate, in provincia di Novara. Dopo le scuole arriva la laurea a Roma, fu ordinato sacerdote il 4 settembre del 1932 ad Asti. Parroco a Canosa di Puglia dal 1942 al 1951, si trasferì poi a Milano nella parrocchia “Madonna dei Poveri”, ancora in Puglia alla parrocchia dell’Addolorata a Margherita di Savoia e infine, dal 1959, a Roma come insegnante al seminario della sua Congregazione.

Dal 1961, fino alla morte avvenuta il 10 ottobre del 1968, guidò la parrocchia di S. Giuseppe all’Aurelio. Ma i suoi compaesani non lo hanno mai dimenticato ricordandolo, negli anni scorsi, con un documentario “Don Almiro: il coraggio delle fede”, riproposto nel corso di una serata allietata dai canti di pace del coro dei bambini della scuola primaria.

È stata presentata anche la pubblicazione “Il Fatto eucaristico – 19 novembre 1915”, durante un incontro allietato dalla partecipazione del Coro Lagorai di Torcegno e del maestro Giulio Candotti. Domenica pomeriggio, infine, l’intitolazione della nuova via, preceduta dalla celebrazione della Messa Solenne.

Nella parrocchiale, gremita di gente, con il parroco don Renzo e don Franco Torresani anche i bambini della prima comunione, don Venanzio Loss, don Lino Dallabrida, don Daniele Morandini e padre Severino Dalmaso, superiore generale emerito della Congregazione Oblati di S. Giuseppe e storico dell’Istituto.

Poco dopo, nei pressi della casa natale di don Almiro Faccenda, l’inaugurazione della via alla presenza del sindaco Ornella Campestrini, del consigliere provinciale Gianpiero Passamani e della nipote Maria Cecilia, arrivata dall’Argentina. La giornata si è conclusa con l’apertura della mostra, dedicata alla figura del “Tarcisio delle Alpi” al centro polifunzionale di Torcegno.

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