Così “sorella acqua” trasformò la valle dei Laghi

Pienone delle grandi occasioni a Calavino lo scorso 27 dicembre per la presentazione della ricerca storica del prof. Mariano Bosetti intitolata “Il bacino idrografico del Sarca nella  Bassa Valle dei Laghi”. Molta gente, esperti e autorità per assaporare la gioia della singolare vicenda storica di “sorella acqua” che nella zona, non ha mai negato il suo generoso  aiuto  alle mani operose dell’uomo.

Il prof. Marcello Farina ha aperto i lavori scandendo una categorica valutazione: “Bosetti ha regalato alla ricerca storica trentina un lavoro straordinario che conduce il lettore e lo studioso sul cammino dell’acqua in Val dei laghi: dal grande fiume di ghiaccio che  l’ha difesa per secoli, fino ai tempi più recenti nell’era dei Madruzzo, i quali, dopo aver saggiamente prosciugato l’acquitrino diffuso, divennero padroni di tutto, inaugurando così i tempi dell’acqua oggetto di contesa, perché privatizzata. Solo dopo il loro tramonto l’acqua ritornerà ad essere bene comune”. Così, nella valle del Sarca, il lavoro artigianale si svilupperà sempre più in solida simbiosi tra l’ uomo e l’energia fornita dalla natura. Solo a Calavino spunteranno, nel seguito delle varie stagioni, una trentina di opifici: dalle tre centrali ai due mulini, dalle segherie alle falegnamerie, dalle officine meccaniche alla pescicoltura.

Durante la riuscita serata si sono ripescate e riproposte alcune piccole laudi all’acqua “soggetto economico – culturale – ecologico della valle, scritte, qualche decennio fa, dal poeta locale Emanuele Pisoni: “Piange la rogia i tempi lontani…la svoltolava sol acqua ciara ! Molina, moliner, su e gio dala  scaletta.Varda en paradis, per ringraziar el SioreDio per l’acqua che ‘l ne dona, per aver, ala fin, semola e farina bona.”

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