Ex galetera, nuova vita

Fino agli anni Cinquanta magazzino per i bozzoli dei bachi da seta, poi il graduale abbandono. Tra qualche mese l'edificio sarà abbattuto. Al suo posto saranno realizzati nuovi spazi per le associazioni e l'attività motoria

L'ex galetera di Mori Vecchio è un edificio che appartiene alla storia del paese: la struttura non è coperta da vincoli di tutela ma, nonostante ciò, la sua lunga facciata piena di finestre adiacente a palazzo Salvotti ricorda agli anziani l'epoca della gelsicoltura, quando, in quello stabile, venivano consegnati i bozzoli dei bachi da seta, detti appunto “galete”.

Tra qualche mese l’immobile verrà abbattuto, per poi lasciare il posto a un nuovo edificio su due piani, da 200 metri quadrati ciascuno, che ospiterà la sede delle associazioni della frazione e un open space per l'attività motoria.

L'iter per l'approvazione del progetto è stato fulmineo. L'amministrazione, infatti, ha voluto destinare al cantiere i fondi liberati in bilancio dal Patto di stabilità, preferendolo al restauro di villa Annamaria, come avevano chiesto le opposizioni. Per poterlo fare, la Giunta aveva come scadenza inderogabile il 31 dicembre. Nel giro di due mesi, quindi, c’è stato il passaggio in Consiglio comunale e la stesura del progetto da 450 mila euro da parte dello studio Bsf.

Per tutta la prima metà del secolo scorso, la galetera aveva ospitato il magazzino per la raccolta dei bozzoli prodotti dai bachi allevati nelle case della zona. La sericoltura, come la coltivazione del tabacco, erano importanti integrazioni al reddito contadino e tantissimi moriani, fino agli anni Cinquanta, in primavera acquistavano le larve di “cavaleri” per poi costruire dentro le mura domestiche il “bosco” di foglie di gelso dove farli crescere. Dopo una quarantina di giorni a temperatura costante, una volta che le “galete” erano pronte, venivano consegnate ai forni per bollire i bozzoli, uccidere l'insetto e poi procedere con la tessitura.

Con la crisi dell'industria serica, l'edificio venne abbandonato e, a cavallo tra gli anni '70 e '80 ospitò un'esposizione di mobili di un’azienda locale. Negli ultimi trent'anni i locali sono rimasti vuoti (e pericolanti), a parte la sede dell'associazione Arca e il magazzino al piano terra, utilizzato dal Comitato carnevale. Proprio per permettere ai volontari lo spostamento dell’attrezzatura, il cantiere di abbattimento partirà solo dopo la festa in maschera.

Il 31 dicembre il Comune ha inviato a cinque ditte locali la richiesta di partecipazione alla gara, per un costo di 50 mila euro. Altri 280 mila serviranno per ricostruire lo stabile, che sarà di due piani anziché di tre, uniformandosi così all'altezza del vicino Circolo operaio.

Sfortunatamente palazzo Salvotti, che si trova a lato dell'ex galetera, affacciato su piazza Maria a Bindis, non sarà interessato dai lavori. Protetta da vincolo storico, ormai in rovina, per restaurare l'antica residenza nobiliare, acquistata nel 2013 dal Comune, servirebbero circa 8 milioni, una somma che il municipio non possiede.

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