“La ricerca FBK? Prototipo per l’Italia”

Il bilancio di Francesco Profumo, da un anno alla guida della Fondazione: “Dobbiamo però saperci presentare in Europa come un sistema trentino più coeso”. Novità nello statuto per la formazione in ambiti nuovi

L'episodio più simpatico del primo anno passato alla guida della Fondazione Bruno Kessler è stato il selfie dei suoi ricercatori con Matteo Renzi durante la visita in maggio nei laboratori di Povo. Il presidente Francesco Profumo non si sente più matricola della FBK “in fase di studio”, ma un presidente che ha concluso la ricognizione e ora cominica a spingere sulle riforme, anche degli statuti (se serve).

Prof. Profumo, sono passati più di 50 anni dall'intuizione di Bruno Kessler d'investire nell'innovazione e nella ricerca ad alto livello. A noi trentini cosa rimane ancora da comprendere?

Kessler parlava già di ricerca, formazione e internazionalizzazione. Però mentre ai suoi tempi i comparti erano rigidi, distinti, napoleonici, oggi è importante trovare le connessioni orizzontali, anche se non è facile. Bisogna rompere le pareti che tengono gli istituti separati tra loro.

Un secondo elemento: oltre alla qualità della ricerca e della valutazione ci vuole anche la massa critica. Dobbiamo far lavorare meglio insieme la nostra Fondazione con l'Università e la Fondazione Edmund Mach per poterci presentare all'estero insieme.

Quello che lei chiama “Sistema Trentino” della ricerca?

Esatto. Le tre realtà saranno più forti se trovano condivisione fra loro, in equilibrio, nelle specificità e nella complementarietà.

Quanto conta oggi la ricerca trentina in Europa?

Le dico solo che fra i nove centri di ricerca che si occupano di alta tecnologia informatica in Europa, 7 vengono da capitali, uno è ad Eindhoven e l'altro siamo noi. E in Italia siamo il primo soggetto del settore per finanziamenti.

Lei vorrebbe maggior rapporto fra i ricercatori e quelli che chiama innovatori, protagonisti del trasferimento tecnologico?

E' bene che tutte e due le comunità crescano. Vorremmo puntare a questo fin dal reclutamento per avere ricercatori e innovatori che sappiano parlarsi e anche specializzarsi. In questo il Trentino può essere un prototipo per la ricerca nel resto del Paese.

Da dove intende cominciare la sua riforma?

Dalla gestione del personale, appunto. Alla Provincia abbiamo chiesto maggior autonomia per una selezione internazionale che dia solidità alla qualità. Le risorse vanno utilizzate al meglio.

Lei ha ottenuto dal Cda il via libera per alcune riforme dello statuto…

Sì, vogliamo intensificare la formazione degli studenti fin dalle superiori. Il progetto FBK Junior per le tecnologie nei mestieri ha coinvolto 368 stagisti, con un significativo finanziamento della BTB. Altrettanto riuscita è l'esperienza della Web Valley, con ricercatori da tutto il mondo.

L'altra riforma statutaria consente il nuovo impegno per l'avvio di un master di alto livello nel campo della valutazione delle risorse nella pubblica amministrazione.

E' rivolto a laureati in materie giuridiche, economiche e sociali, partirà in aprile. Ci è stato richiesto – assieme ad altri quattro prestigiosi centri – dal presidente del Senato, Pietro Grasso, per realizzare una delle nuove finalità del Senato.

Ha fatto scalpore la vicenda giudiziaria di Trento Rise…

Non parlo del passato e di un periodo che non conosco. Vedremo, come soci, come far crescere il futuro hub (l’Hit, n.d.r.) in modo più snello e attento al marketing strategico.

Quali saranno i tempi delle sue riforme, presidente?

Non vorrei essere considerato come chi viene a stravolgere quanto si fa bene. Semmai un oliatore, che riesce a lubrificare gli ingranaggi e far progredire l’esistente. Trento in questi anni ha dimostrato continuità e… pazienza.

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